A mio
parere i tropici, sono saporiti, come l' infanzia, ed é per questo che l'evento
Subtropical ssp. ,organizzato da Mario Mariani e Matteo Boccardo, nel suo vivaio
Central Park, é stato come tornare in famiglia.
Giungere a casa, a Udinebad, nel
Sultanato del Friulanistan, é stato un vero shock.
Sicuramente é per questa ragione che da Settembre, mi sentivo bloccato, non
riuscivo a scrivere sull'argomento ed ero piombato, nel mutismo pre lockdown.
Vedere la locandina di Gardenia che annunciava l' uscita dopo mesi, di un
articolo su queste porte aperto che é corrisposto con il mio ultimo viaggio pre chiusura , ha scatenato, un bisogno di
parlarne, quasi come l' avvento che anticipa le feste .
Qui ne avevo parlato prima della partenza.https://todoenlavidasepuede.blogspot.com/2020/09/tropicalia-parte-prima.html
. Durante l 'evento ho potuto ammirare d piante ma piante rarissime,in buona
parte esotiche, resistenti al freddo,non vistose, associate a piante che fanno
macchia di colore, come le Salvie ornamentali.
-Il tutto sembrava, un vero
giardino in stile tropicale. Tutto era perfetto, la vista d'insieme, ti faceva
sognare, non si sapeva dove posare gli occhi da quanti tesori c'erano.
I generi e le specie, della famiglia Araliaceae sono piante legnose, a volta
erbacee, sovente rampicanti e sono per lo più originarie delle regioni
subtropicali.
I rami sono a volte, provvisti di radici avventizie, che servono alle piante per
ancorarsi a supporti verticali (alberi, pareti, pali, ecc.). Le foglie sono
composite pennate o palmate, disposte a spirale e sono dotate di stipole.
- I
fiori, che possono essere ermafroditi o unisessuali, sono piccoli e riuniti in
grandi infiorescenze a pannocchia o ad ombrella, sono attinomorfi e strutturati
secondo una morfologia tetracica.
Il frutto è una drupa o una bacca ( molto simili a quelli dell' edera ).
L'impollinazione è anemogama e entomogama e può avvenire in autunno, ad opera di
mosche e vespe, ma la maturazione dei frutti, in questo caso, avviene nell'anno
successivo (genere Hedera).
Son da anni che sbavo per le Araliacee che sono sul istino del vivaio Crûg
Farm,( le specie le metto in fondo all' articolo come note , con foto ) che sono
riuscito a vedere all' evento .
- Un vivaio fantastico, sempre alla ricerca di
piante ad altitudini elevate, in paesi caldi, per poterne avere le varianti e i
cloni che
più si sono adattati, al freddo . Il genere tipo é rappresentato dalle Aralie
che sono erbacee o legnose, la cui specie più comune é la Cordata, quelle
legnose hapnno spesso delle spine bellissime, al contrario di quelle erbacee.
Brassaiopis é il mio genere preferito é rustico ed é la versione rustica della
splendida Trevesia che ha le foglie giovani, che sembrano un fiocco di neve
-Ci sono le versioni resistenti al freddo delle schefflere che
coltiviamo in appartamento, e che sono stupende, invece gli eleutherococcus sono decidui
hanno delle drupe molto grandi, e con na specie si fá un tipo di ginseng .
Gli Oreopanax hanno delle bellissime foglie a mó di Liquibambar ,il
Chengiopanax e Gamblea sono degli alberi stupendi che ricordano degli aceri
oplopanax: devil's club ( mazza del diavolo ) e ha delle bellissime drupe rosse, e
delle foglie palmate assai grandi merilliopanax hanno foglie particolari
i tetrapanax sono le piante migliori per dare un effetto tropicale, visto le
grandi foglie palmate giganti.
Sono uno statement molto forte ed elegante, sopportano molto bene il freddo e il
caldo.
-Se si stabiliscono bene bene possono essere anche invasive, solitamente
le altre vanno un po' riparate dal freddo.
In questa lista, manca lo stupendo pseupopanax crassifolius che ho lasciato da
Mario, ma solo perché non avevo piú spazio in valigia.
-Oltre alle aralie c'
erao,una grande collezione di rovi,di begonie rare e rustiche, di felci etc.
-Da
notare era ,la famiglia delle restionaceae, le quali hanno avuto delle
convergenze evolutive con gli equiseti,con forme simili, ma senza legami
genetici.
Questa idea del tropical era nata come una continuazione del geniale progetto 5
esposto all' Orticolario di Villa Erba, gestito da Moritz Mantero. Il progetto,
ha avuto il sostegno tecnico dell' architetto Maria Teresa D'Agostino ( tra le
cui opere più famose é l' espace vert alla Fondazione Prada ).
Da decenni, siamo ammorbati, da rose inglesi per buona parte inadatte all'
nostro clima, o a giardini alla Piet Oudolf, che si rassomigliano tutti, e tutti
vogliono piante adatte ai paesi nordici .
_ Questo evento, e quello dell'
orticolario avevano come scopo questionare, queste manie degli ultimi 20 anni.
-I
giardini tropicali o tropicaleggianti, sono piú climate change friendly che
delle Piet Oudolfate?
L' associazione Utopia Tropicale, ha tenuto una conferenza che ha risposto a
queste domande.
-Per il sottoscritto é stato un pó, come ritornare a casa mentre
ascoltavo Riccardo Cucchian e Marta Maran.
-Lui, di formazione artistica, non
aveva interesse per le piante, ma un bel giorno si imbatté nei quadri del
Doganiere Rousseau.
Prima di partire ne avevo parlato qui
https://todoenlavidasepuede.blogspot.com/2020/09/tropicalia-parte-prima.html mi
ha fatto strano trovare tanti punti in comund. La sua vita cambió e divenne un
maniaco delle piante. Io vengo da una situazione opposta, io ho iniziato a
dipingere da bambino, i tropici, che mi circondavano, e che ho mantenuto in
quello che io chiamo come l' esilio in europa.
-Per me i tropici, sono parte
della mia storia, come la nonna brasiliana e la bisnonna nicaraguo-britannica.
Della conferenza Mi piacque il concetto di “foresta atavica”, Una foresta che é
familiare ma che non abbiamo mai sperimentato.
Quando invece Riccardo parló di Odoardo Beccari, ossia la fonte da cui Salgari
si è ispirato maggiormente, il mio animo primitivo si trovó subito in sintonia:
Beccari, era colui che mi interessava davvero. Ho copiato impunemente da
wikipedia :
[Beccari]Rimasto orfano in tenera età fu ammesso al prestigioso Real
Collegio di Lucca, dove, appena tredicenne, mostrò grande inclinazione per la
botanica e le scienze naturali. In seguito, nel collegio lucchese, sotto la
guida dell'abate Ignazio Mezzetti (1820–1876), cominciò le sue osservazioni
naturalistiche.
- Venuto in contatto con il professor Cesare Bicchi, direttore
dell'Orto botanico di Lucca, mostrò a quest'ultimo una specie di tulipano che,
risultata mai descritta in precedenza, fu chiamata in onore del giovane
ricercatore Tulipa beccariana (oggi Tulipa beccariana Bicchi è noto come Tulipa
saxatilis Siebold ex Spreng.).
Fu probabilmente lo stesso Bicchi ad incoraggiare il giovane studente a
dedicarsi allo studio delle crittogame ed in tal modo il Beccari, al pari del
professore lucchese, divenne uno dei primi collaboratori dell'Erbario
Crittogamico Italiano.
- Nel 1861, ancora studente di Scienze naturali
all'Università di Pisa, fu nominato Assistente di Botanica da Pietro Savi. Di
carattere irrequieto il Beccari entrò presto in contrasto con il docente e passò
così all'Università di Bologna, alla scuola di Antonio Bertoloni, dove conseguì
la laurea nel 1863.
- Qui conobbe Giacomo Doria, naturalista genovese, con il
quale allacciò un'amicizia che durò tutta la vita.
Subito dopo la laurea trascorse alcuni mesi ai Kew Gardens, ove ebbe modo di
conoscere Charles Darwin, sir William Jackson Hooker e Joseph Dalton Hooker e
soprattutto James Brooke, il Rajah di Sarawak (Malaysia). Nell'aprile del 1865,
non ancora ventiduenne, salpò, al seguito di Brooke, e in compagnia di Doria,
alla volta del Sarawak, dove soggiornò per 3 anni, compiendo numerose spedizioni
e raccogliendo moltissimi campioni di piante, conchiglie, farfalle e altri
insetti, animali vari.
Il suo interesse principale divennero comunque le palme:
descrisse 130 specie in 25 differenti generi, incluse 15 specie di Pinanga e 12
di Licuala nonché specie di Areca, Arenga, Caryota, Cyrtostachys, Eugeissona,
Iguanura, Johannesteijsmannia, Pholidocarpus e Zalacca.
Nel 1866 scoprì e
disegnò sul proprio taccuino la pianta Thismia neptunis, una pianta
micoeterotrofica della famiglia delle Burmanniaceae che vive sottoterra e
ottiene acqua e nutrimenti dai funghi: solo dopo 151 anni, nel 2017, si è avuta
conferma di tale scoperta. Nel 1868, a causa di un violento attacco di malaria,
fu costretto a fare ritorno a Firenze.
Fondò nel 1869 il Nuovo giornale botanico
italiano.
-Al ritorno a Firenze, nel giugno 1876,
ricevette riconoscimenti da istituzioni e società scientifiche italiane e
straniere.
-Nel 1877 Beccari partì per il suo terzo viaggio in Estremo Oriente,
visitando località di India, Malesia, Australia, Tasmania e Nuova Zelanda; nel
maggio 1878, partendo da Giava, compì un'esplorazione di cinque mesi nelle
foreste montane di Sumatra, dove scoprì l'Amorphophallus titanum, la più grande
infiorescenza del mondo (il primato di singolo fiore appartiene invece alla
Rafflesia arnoldii, anch'essa originaria dell'isola). Al suo ritorno a Firenze
(fine del 1878), Beccari fu nominato Direttore del Giardino dei semplici, quale
successore di Filippo Parlatore.
- Ben presto, per il suo carattere impulsivo e
indipendente, entrò in contrasto con l'Amministrazione dell'Istituto di Studi
Superiori e nel 1879 rassegnò le dimissioni. Dal 1880 in poi Beccari condusse la
sua attività in condizioni d'isolamento, studiando i materiali delle sue
collezioni botaniche raccolti in poche stanze del Museo di storia naturale di
Firenze, e pubblicando i risultati sulla rivista Malesia da lui stesso fondata.
-Nel 1887 l'Istituto di Studi Superiori sospese i finanziamenti alla rivista.
Avvilito da questo ennesimo episodio, Beccari fu costretto a interrompere lo
studio del vasto materiale botanico malese e, per qualche anno, anche le sue
pubblicazioni.
Uno scaffale dell'erbario Beccari, nel Museo di botanica di Firenze.
-I fascicoli
rossi indicano i campioni di nuove specie.
- Si dedicò quindi alla stesura delle
sue memorie di esploratore naturalistico pubblicando nel 1902 Nelle foreste di
Borneo, un libro che divenne famoso in tutto il mondo, tradotto in più lingue.
- Nel 1904 l'Accademia dei Lincei lo volle tra i suoi membri, riconoscendo i suoi
eccezionali meriti di naturalista e di botanico.
- Continuò la sua solitaria
attività di studioso sino alla morte, sopravvenuta nel 1920 a Firenze nella sua
residenza del Castello. Gli furono intitolati vari generi di piante: Beccarina,
Beccarianthus, Beccariella, Beccarinda e Beccariophoenix (solo questi due ultimi
sono tuttora accettati in tassonomia).
-Il suo nome è inoltre commemorato nelle
specie di palme Hydriastele beccariana, Licuala beccariana e Pritchardia
beccariana e, in zoologia, nell'epiteto specifico del Varanus beccarii
(originario dell'Indonesia, terra da lui esplorata'.
-Come al solito i nostri
geni, sono uccisi dalle istituzioni.
Poi Riccardo, nel suo intervento, parla di come è stato difficile imparare i
nuovi termini botanici, con nomi, famiglie etc. In seguito narra dell' aspetto
sociale della sua associazione.
Da questa conferenza, ho elaborato le seguenti
trucchi per creare un giardino tropicaleggiante:
-1) utilizzare, piante
completamente rustiche,con delle foglie grandi e colorate, come per esempio i banani rustici(
basjoo e sikkimiensis), canne indiche, che con le loro foglie diano l'
impressione di esotico.
Sia la catalpa che la Pawlonia possono essere ceduati,
ogni anno cosí da favorire il loro, aspetto giovanile, ossia foglie enormi. la
Albizia ha un aspetto molto tropical, come molte Fabaceae,come i Desmodium,le
indigofere , le Caesalpine.
Non dimenticare di usare fogliami variegati e colorati
come i Phormium etc.
-Nelle zone di ombra fitta creare cuscini di ophiopogon,
liatris e le varie aspidistre puntinate come la 'Chromatographic ' e la ' Milky Way'.
le Cordyline e le Yucca fanno subito esotico.
- Le Fargesie sono dei bamboo che
rimangono contenute anche se alte e non inasive che fanno subito tropical. Nei parlai di Fargesie qui https://todoenlavidasepuede.blogspot.com/2020/12/elemento-bambu.html
Aggiungerei anche l’Iris confusa, mahonie e nandine combinansole,con tutto il resto,
possono dare un effetto giungla.
- 2) studiare in maniera minuziosa il proprio
giardino,per capire, i vari microclimi, capire i punti piú caldi, poù freddi,
sud e nord etc, e mettere delle piante piú delicate, e spingere il limite.
Come
ho fatto con la Setaria Palmifolia
,la Justicia Carnea che tengo in terra a udine .
In uk, questa é una pratica comune
3) modificare il terreno e fare auiole
rialzate. Un terreno pregno d' acqua, uccide molto piante soit disant delicate
che il freddo in sé. situazioni drenate cambia di molto.
Ho creato un raised
bed per il mio Ciprypediuj formosanum.
- Un’ altra astuzia é una buona pacciamatura che fanno da isolante termico alle piante ancora non del tutto installate, come del resto: il tessuto non
tessuto.
- Feci così ,con la Dahlia Imperialis, e con la Dicksonia Antartica prima che ho tenuto fuori per una decina d'anni.
- 4) coltivare in serra
o in casa per poi piantarle col vaso nella bella stagione come faccio con le
Brugmansie, orecchie di Elefante, Aristolochia etc.
Oppure,seminare e usare delle piante come annuali. ex Coleus, Amaranthus, Celosia, Iresine
Poi la grandezza di questo evento, vede anche dal punto di vista umano, di
invontri e chiacchere botaniche Passare cinque minuti con Dino Pelizzaro, é
presioso come leggere un libro: impari a conoscere delle piante inedite, ti
insegna dei trucchi di coltivazione.
- Le piante di Dino si adattano subito, malgrado molte non sarebbero rustiche nel
Mio giardino.
Ma per il fatto che non siano piante olandesi coltivate in maniera
meccanizzata, sono molto più adattabili.
-Ne avevo giá parlato qui https://todoenlavidasepuede.blogspot.com/2017/09/murabilia-gli-amici-tutto-rimane-la.html
. Coltivo la Mandevilla Laxa ,detta gelsomino del Cile, dal profumo superbo, e L’
albero del corallo la Eryrhrina x Bildwillii, prese da Dino.
Non sarebbero
rustiche nella mia zona , ma con delle accortezze e grazie ai suoi consigli, sono
riuscito ad acclimatarle .
-Pelizzaro, ha fatto la sua gavetta, in una zona, come
il sud della Francia che sono stati,dei centri incredibili per acclimatare
piante esotiche.
-Il famoso Nabonnand a golfe san Juan( famoso per le rose
té, che in effetti,sono subtropicali) ha acclimatato molte palme e piante
esotiche.
Un’altro esempio é il famoso giardino ’Serre de la Madone’che conobbi grazie a Dino.
Quando visitammo il giardino mi presentò Claude, l’ allora direttore del giardino, un altro esempio é il fantastico giardino :Val Rameh e tante altre
meraviglie.
In italia, i giardini Botanici Hanbury e villa Boccanegra dove fatto il volontario.
-Un esempio glorioso e in decadenza sono i giardini botanici di Napoli e palermo, erano all'
avanguardia per l' acclimatazione.
—Ne parleró in un seguito. Il prossimo articolo parlerò di Peter Korn che con le sue abilitá incredibili é riuscito a far crescere piante impossibili, per il clima della Svezia .Una Aralia del mio giardino, viene dal suo paradiso
Molte info preziose
sono state carpite dai libri offerti dalla libreria della Natura e le Dalie
messicane di Susanna Tavallini .
comprate Gardenia e sognate.
Credits : Annie
Zanini Strohl : Mucuna ( foto 1) Mario Mariani, utopia tropicale ,libreria della
Natura .
Lista dei desideri
Aralia cordata v. sachalinensis
Aralia aff. chinensis
Aralia decaisneana
Aralia chapaense
Aralia kansuensis
Aralia aff. armata
Aralia foliosa
Aralia
armata
Aralia californica
Aralia elata
Aralia continentalis
Aralia apioides
Aralia chapaense
Aralia racemosa
Aralia bipinnata
Aralia kansuensis
Aralia
searelliana
Aralia bipinnata
Aralia cachemirica
Aralia aff. searelliana
Aralia
vietnamensis
Brassaiopsis dumicola
Chengiopanax
Dendropanax cf. kwangsiensis.
Eleutherococcus giraldii.
Eleutherococcus trifoliatus.
Eleutherococcus aff. sessiliflorus.
Eleutherococcus
sessiliflorus.
Gamblea pseudoevodiifolia.
Gamblea
innovans
Merrilliopanax alpinus.
Oplopanax japonicus
horridus.
xalapensis
Oreopanax echinops.
Oreopanax hypargyreus.
Oreopanax
aff. langlassei
Oreopanax sectifolius.
Oreopanax cecropifolius.
Oreopanax
bogotensis.
Oreopanax mutisianus.
Oreopanax incisus.
Panax japonicus.
Pentapanax
subcordatus.
Pentapax verticillatus.
Pentapanax longepedunculatus .
Pentapanax
leschenaultii.
Pentapanax castanopsisicola.
Schefflera trianae,
Schefflera aff.
myriocarpa.
Schefflera hoi.
Schefflera kornasii.
Schefflera alpina ( stupenda
).
Schefflera aff. chapana.
Schefflera fantsipanensis.
Schefflera aff.
brevipedicellata.
Schefflera petelotii
schefflera macrophylla.
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ENGLISH
This year many will
dream of a Christmas in the tropics, a desire to escape from historical
contingencies. When I was a child, on Christmas morning, I ate a mango, a papaya
(mamão in Portuguese) and an avocado, picked from my garden.
- Simply, what I did
every morning, I was totally oblivious to the annoying celebrations taking
place.
-I was swinging on the swing, attached to two flowering Euphorbia
pulcherrima (poinsettia) trees.
- Later I fed os meus papagaios and periquitos.
Between one stroke and another in the pool, I remembered that I had decorated
the Araucaria excelsa, (a wonderful tropical conifer that the rest of the year
they kept planted with the pot in the garden.
At the poolside, looking at the
Roystonia Regia,
-I exclaimed: "Cabbage, today is Christmas day ”. Without a
doubt, this, for me, is the perfect Christmas, warmth, tropics. In my opinion
the tropics are tasty, like childhood, and that is why the Subtropical ssp. ,
organized by Mario Mariani in his Central Park nursery, was like returning to family.
- Getting home, in Udine , it was a real
shock. Surely it is for this reason that since September,
- I felt blocked, I
could not write on the subject and I was plunged into the pre-lockdown silence.
Seeing the Gardenia poster announcing the release after months of an article on
the last pre-closing trip, triggered a need to talk about it, almost like the
advent that anticipates the holidays. .
I had already did an intro some months ago about the idea of tropical gardens and the event here https://todoenlavidasepuede.blogspot.com/2020/09/tropicalia-parte-prima.html
-During the event I was able to admire
plants but very rare plants, mostly exotic, resistant to cold, not showy,
associated with plants that make a splash of color, such as ornamental Salvie.
it all looked like a real tropical style garden.
-Everything was perfect, the
overall view made you dream, you didn't know where to lay your eyes on how many
treasures there were.
-The genera and species of the Araliaceae family are woody
plants, sometimes herbaceous, often climbing and are mostly native to the
subtropical regions.
-The branches are sometimes provided with adventitious
roots, which are used by the plants to anchor themselves to vertical supports
(trees, walls, poles, etc.).
-The leaves are composite pinnate or palmate,
arranged in a spiral and are equipped with stipules.
- The flowers, which can be
hermaphroditic or unisexual, are small and gathered in large panicle or
umbrella-shaped inflorescences, are actinomorphic and structured according to a
tetracic morphology. The fruit is a drupe or a berry (very similar to those of Ivy).
- Pollination is anemogamous and entomogamous and can occur in autumn,
by flies and wasps, but the ripening of the fruits, in this case, takes place in
the following year (genus Hedera).
I have been drooling for years for the
Araliacee that are on the instinct of the Crûg Farm nursery, which I was able to
see at the event. A fantastic nursery, always looking for plants at high
altitudes, in warm countries, in order to have the variants and clones that have
adapted to the cold.
The type genus is represented by the Aralias which are
herbaceous or woody, whose most common species is the Cordata, the woody ones
often have beautiful thorns, as opposed to the herbaceous ones.
tetrapanax is another genus of this fantastic family of plants :
They are
the best plants to give a tropical effect, given the large palmate leaves. —-They
are a very strong and elegant statement, they tolerate cold and heat very well.
If they settle well, they can also be invasive, usually the others need to be
sheltered from the cold.
- In this list, the wonderful pseupopanax crassifolius
that I left from Mario is missing, but only because I had no more space in my
suitcase.
-In addition to the aralias there was a large collection of brambles,
rare and rustic begonias, ferns etc .
Noteworthy was the restionaceae family,
which have had evolutionary convergences with the horsetails, with similar
forms, but without genetic links.
-This idea of tropical was born as a
continuation of the brilliant project 5 exhibited at the Orticolario di Villa
Erba, managed by Moritz Mantero.
-The project had the technical support of the
architect Maria Teresa D'Agostino (among whose most famous works is the espace
vert at the Prada Foundation).
- For decades, we have been plagued, by English
roses for the most part unsuitable for our climate, or by Piet Oudolf gardens,
which all look alike, and everyone wants plants suitable for Nordic countries.
- This event, and that of the horticultural sector had the purpose of questioning
these manias of the last 20 years. Are tropical or tropical gardens more climate
change friendly than Piet Oudolfate?
-The Tropical Utopia Association held a
conference that answered these questions. For myself it was a bit, like coming
home while listening to Riccardo Cucchian and Marta Maran.
He had an artistic background , hence he had, no interest in plants, but one day he came across the paintings of
the Customs Officer Rousseau. His life changed and he became a plant maniac.
I
come from an opposite situation, I started painting as a child, the tropics,
which surrounded me, and which I kept in what I call it exile in Europe. For me,
the tropics are part of my story, like my Brazilian grandmother and
Nicaraguan-British great-grandmother. About the conference I liked the concept
of an "ancestral forest", a forest that is familiar but we have never
experienced. When Riccardo, on the other hand, spoke of Odoardo Beccari, that is
the source from which Salgari was most inspired, my primitive soul was
immediately in tune: Beccari was the one who really interested me.
I copied with
impunity from wikipedia:
[Beccari] Orphaned at an early age he was admitted to
the prestigious Royal College of Lucca, where, at just thirteen, he showed a
great inclination for botany and natural sciences. Later, in the Lucca college,
under the guidance of Abbot Ignazio Mezzetti (1820–1876), he began his
naturalistic observations.
Having come into contact with Professor Cesare
Bicchi, director of the Botanical Garden of Lucca, he showed the latter a
species of tulip which, having never been described before, was named in honor
of the young researcher Tulipa beccariana (today Tulipa beccariana Bicchi is
known such as Tulipa saxatilis Siebold ex Spreng.). It was probably Bicchi
himself who encouraged the young student to devote himself to the study of
cryptogams and in this way Beccari, like the professor from Lucca, became one of
the first collaborators of the Italian cryptogamic herbarium.
In 1861, still a
student of natural sciences at the University of Pisa, he was appointed
Assistant of Botany by Pietro Savi. Restless in nature, Beccari soon came into
conflict with the teacher and thus passed to the University of Bologna, to the
school of Antonio Bertoloni, where he graduated in 1863. Here he met Giacomo
Doria, a Genoese naturalist, with whom he formed a friendship that it lasted a
lifetime.
Immediately after graduation he spent a few months at Kew Gardens,
where he met Charles Darwin, Sir William Jackson Hooker and Joseph Dalton Hooker
and especially James Brooke, the Rajah of Sarawak (Malaysia). In April 1865, not
yet twenty-two, he set sail, following Brooke, and in the company of Doria, to
Sarawak, where he stayed for 3 years, making numerous expeditions and collecting
many samples of plants, shells, butterflies and other insects , various animals.
However , his main interest became palms: he described 130 species in 25
different genera, including 15 Pinanga species and 12 of Licuala as well as
species of Areca, Arenga, Caryota, Cyrtostachys, Eugeissona, Iguanura,
Johannesteijsmannia, Pholidocarpus and Zalacca. In 1866 he discovered and drew
in his notebook the Thismia neptunis plant, a mycoheterotrophic plant of the
Burmanniaceae family that lives underground and obtains water and nutrients from
mushrooms: only after 151 years, in 2017, this discovery was confirmed.
In 1868,
due to a violent attack of malaria, he was forced to return to Florence. He
founded the New Italian Botanical Journal in 1869. He resumed his explorations,
first in Ethiopia and then, in 1872, in New Guinea and Indonesia.
Upon returning
to Florence, in June 1876, he received recognition from Italian and foreign
institutions and scientific societies. In 1877 Beccari left for his third trip
to the Far East, visiting places in India, Malaysia, Australia, Tasmania and New
Zealand; in May 1878, starting from Java, he made a five-month exploration in
the mountain forests of Sumatra, where he discovered the Amorphophallus titanum,
the largest inflorescence in the world (the primacy of single flower belongs
instead to Rafflesia arnoldii, also native of the island).
On his return to
Florence (late 1878), Beccari was appointed Director of the Garden of the
Simple, as successor of Filippo Parlatore.
Soon, due to his impulsive and
independent character, he came into conflict with the Administration of the
Institute of Higher Studies and in 1879 he resigned. From 1880 onwards Beccari
conducted his activity in conditions of isolation, studying the materials of his
botanical collections collected in a few rooms of the Natural History Museum in
Florence, and publishing the results in the Malesia magazine he founded. In 1887
the Institute of Higher Studies suspended funding for the magazine. Dejected by
this latest episode, Beccari was forced to interrupt the study of the vast
Malaysian botanical material and, for a few years, also its publications.
A
shelf in the Beccari herbarium in the Florence Botanical Museum. The red
booklets indicate samples of new species. He then devoted himself to writing his
memoirs as a naturalistic explorer by publishing in 1902 In the forests of
Borneo, a book that became famous all over the world, translated into several
languages.
In 1904 the Accademia dei Lincei wanted him among its members,
recognizing his exceptional merits as a naturalist and botanist. He continued
his solitary activity as a scholar until his death, which occurred in 1920 in
Florence at his residence in the Castello di Bisarno. Among the species
discovered and baptized by Odoardo Beccari they must be remembered Various kinds
of plants were named after him: Beccarina, Beccarianthus, Beccariella,
Beccarinda and Beccariophoenix (only the latter two are still accepted in
taxonomy). His name is also commemorated in the palm species Hydriastele
beccariana, Licuala beccariana and Pritchardia beccariana and, in zoology, in
the specific epithet of Varanus beccarii (a native of Indonesia, a land he
explored. 'As usual, our genes are killed by the institutions. Then Riccardo, in
his speech, talks about how difficult it was to learn the new botanical terms,
with names, families etc. Later he talks about the social aspect of his
association. From this lecture.
I developed the following tricks for create a
tropical garden:
1) Use completely hardy plants, with large and colorful
leaves. for example hardy banana trees (basjoo and sikkimiensis) or Canna indica
, which with their leaves, give the impression of exotic.
Both Catalpa
and Pawlonia can be coppiced every year so as to favor their juvenile
appearance, that is, huge leaves.
Albizia has a very tropical look ,
similar to many Fabaceae.
for example: Desmodiums, indigofera
Caesalpina.
I suggest using variegated and coloured foliage such as Phormium etc.
In areas of dense shade, create cushions of ophiopogon, liatris and the various
dotted aspidistra like 'Chromatographic' and Milky Way '.
Cordyline and Yucca
are immediately tropical.
Fargesia is a kind of non invasive bamboo , a good help to create the mood. I had previously discussed about Fargesias here https://todoenlavidasepuede.blogspot.com/2020/12/elemento-bambu.html
Iris confusa,
mahonias and nandinas when combined with everything else, can give a
jungle effect.
2) Study your garden in a minute way, to understand the various
microclimates, understand the hottest, coldest points, south and north etc, put
more delicate plants.
In Britain, this is common practice.
3) Amend the land and
make raised beds.
Soil filled with water kills many more plants than the cold
itself.
I made a raised bed for my cypripedium formosanum. Heavy mulch is also a
good insulator, for plants that still have to get used to, as well as non-woven
fabric.
4) Grow in a greenhouse and place them in the pot in the summer. The
greatness of this event, also starts from the human point of view, the main
guest, Dino Pellizzaro showed his very rare plants, further raising the level of
a memorable event.
E ancora mi chiedo come fai a sapere tante cose...
RispondiEliminaNon sei solo erudito ma anche appassionato e creatore di legami profondi. Beato te!
L’autismo deve pure servire a qualcosa:)
RispondiEliminaun bacio mi amor..................
RispondiEliminaBeijos
Eliminama che bravi !! complimenti
RispondiEliminaGrazie
RispondiElimina👍👋
RispondiEliminaGrazie Giorgio
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