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martedì 15 giugno 2021

Due rose, una guerra

English text Below
 No non vi ammorberó con la guerra delle due rose, non c’ entra Shakespeare, Brexitlandia o due rose antiche iconiche.

Parleró di due rose un pó sfigate, ma geniali, inconsuete.

Ma anche di una guerra che non si é filato nessuno, un pó come le guerre in africa dove non abbiamo interesse. 

La guerra é quella dello Jutland, nome danese della regione invasa dalla Prussia, ma che venne restituita a metá, dopo che Hitler, invase qualche decennio:) dopo la Neutrale 🇩🇰 Danimarca. Quando la Germania perse la seconda guerra mondiale, Danimarca riebbe parte delle terre occupate.


Ma la cosa strana, é che fú fatto votare, gli abitanti in quale Paese tornare o rimanere. É lo Jutland del nord, decise di tornare alla Danimarca e il sud di rimanere in Germania. 


Per decenni, ci sono stati fenomeni di razzismo da parte dei tedeschi verso i danesi, ma adesso é un esempio di Buon vicinato.

Oggi é il giorno ufficiale, in cui lo Jutland del nord torna alla Danimarca. Ma i festeggiamenti Li han fatto il 13, e con presidente tedesco, la regina di Danimarca a suggellare con amicizia questo fatto. 

Ieri per puro caso, mi sono messo a fotografare due delle mie rose preferite, rose che non sono snob, come le antiche , ma né chiassose come le moderne.

La prima, é la ’ Léonnie Lamesch’ del genio di Peter Lambert,( creatore di Frau Karl Druschky)il vero creatore delle ibride di Moschata, che dovrebbero, essere chiamate Lambertiane. Spesso gli inglesi, sono bravi a prendere il merito, del duro lavoro degli ibridatori tedeschi, che mancano dell’ eleganza dei francesi, e le furbizia degli inglesi, ma nelle rose sprizzano genio. 

La Léonnie, era troppo moderna, per i suoi tempi, é un arcobaleno, che si é preso del LSD , puro orgasmo cromatico, ma mai cafone. 

Ma la delcatezza dei suoi fiori da polyantha, li dá una delicatezza da bambino, che coccoleresti e riempiresti di baci.

La pianta invece é forte, come un barbaro germanico, forte e possente, che se non potato, come tante polyantha diventano degli arbusti giganti, mentre generalmente si coltivano sul 90x 90 cm.

Le polyantha erano il simbolo della ‘ Belle Époque’ con colori tenui come la perfezione della ’ Marie Pavić’, oppure rosa e rossi sporchi.

Ma la ’ Léonie’ fá la pernacchia, a queste eleganti, e super efficienti signore, e le lascia nella loro linea Maginot... mentre butta fuoco e lava, come un battaglione tedesco, che si fá beffa, dei raffinati francesi...


La rosa Danese é ’ Menja’ del geniale Pedersen, é una rosa a prima vista insulsa e luterana, tracce infinite di fiorellini di una semplicitá disarmanti ( lo credo visto la facilità con cui si só fatti disarmare dai tedeschi)

Queata rosa di una delicatezza sericea, sembrano lacrime, e il colore indeciso tra il rosa e il bianco in cui và infine a trascolorire , per poi evolversi in cinorrodi ( bacche ) piccole e generose che esistono L inverno, come delle perle arancione slavate. Sembrebbe che sia un ibrido della gigantesca Rosa filipes, quindi super interessante come genetica . Questa rosa fiorisce Quando tutte le altre hanno finito e rimane fiorita a lungo, senza pb di secca né di ombra.( entrambe le rose sono state fotografate dopo giorni di super caldo eppure i fiori non si sono bruciati)


Questa rosa, oltre a essere speciale , mi é stata regalata dalla fantastica Camilla Zanarotti, garden designer, e creatrice del suo paradiso: il giardino delle piante tenaci. É la rosa viene da S orrosa , e da Quando é Morto il suo proprietario Non sono piu riuscito a scrivere . Un bacio Sergio .

Per chi volesse leggere sulla guerra


https://it.m.wikipedia.org/wiki/Seconda_guerra_dello_Schleswig


No, I won't soften you with the war of the two roses, no Shakespeare, Brexitlandia or two iconic ancient roses.


He will talk about two roses a little unlucky, but brilliant, unusual.


But also of a war that no one has spun, a bit like the wars in Africa where we have no interest.


The war is that of Jutland, the Danish name of the region invaded by Prussia, but which was returned in half, after Hitler invaded a few decades :) after the Neutral 🇩🇰 Denmark. When Germany lost World War II, Denmark regained part of the occupied lands.


But the strange thing is that it was made to vote, the inhabitants in which country to return or stay. It is northern Jutland, he decided to return to Denmark and the south to stay in Germany.


For decades, there have been phenomena of racism by the Germans towards the Danes, but now it is an example of a good neighborhood.


Today is the official day, when North Jutland returns to Denmark. But the celebrations took place on the 13th, and with the German president, the Queen of Denmark to seal this fact with friendship.


Yesterday by pure chance, I started photographing two of my favorite roses, roses that are not snobbish, like the ancient ones, but neither boisterous like the modern ones.


The first is the 'Léonnie Lamesch' of the genius of Peter Lambert, (creator of Frau Karl Druschky) the real creator of Moschata hybrids, which should be called Lambertian. Often the British are good at taking credit for the hard work of the German hybridizers, who lack the elegance of the French, and the cleverness of the English, but genius burst into the roses.


Léonnie was too modern for her time, she is a rainbow, who took LSD, pure chromatic orgasm, but never boorish.


But the delicacy of her polyantha flowers gives them a childlike delicacy that you would cuddle and fill with kisses.


The plant, on the other hand, is strong, like a Germanic barbarian, strong and powerful, which if not pruned, like many polyanthas, become giant shrubs, while they are generally grown on 90x 90 cm.


The polyanthas were the symbol of the 'Belle Époque' with soft colors like the perfection of 'Marie Pavić', or dirty pinks and reds.


But the 'Léonie'  mock , these elegant, super efficient ladies, and leaves them in their Maginot line ... while she throws fire and washes, like a German battalion, making fun, of the refined yet artless French .. .


The Danish rose is ’the very modern Menja’ by the brilliant Pedersen, it is a rose at first sight silly and Lutheran, infinite traces of flowers of disarming simplicity (I believe this given the ease with which they were disarmed by the Germans)


Queata pink of a silky delicacy, they look like tears, and the color undecided between pink and white in which it finally goes to fade, and then evolves into small and generous rosehips (berries) that exist in winter, like faded orange pearls. It appears to be a hybrid of the giant Rosa filipes, so super interesting as a genetics.


This rose, in addition to being special, was given to me by the fantastic Camilla Zanarotti, garden designer, and creator of her paradise: the garden of tenacious plants. É the rose comes from S orrosa, and since when its owner died I have not been able to write anymore. A kiss Sergio.