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sabato 5 dicembre 2020

Elemento bambú, aceri ed estetica giapponese






 Ma perché ammorbarci con Aceri e Bambú, quando tutti pensano alle palle di natale e i cenoni che faranno da soli , oltre che alle spese folli alla faccia del social distancing che non potranno consegnare.
L’ Articolo si divide in 1) introduzione personale ( che potete anche saltare )2) Philippe presenta il suo spazio bambú 3) breve assaggio sull’ estetica giapponese 4) le varietá particolari 5) come coltivarli in vaso 6) la tradizione del Momiji-gatari ossia la caccia all’ acero 


1)

Quello che vi racconteró é il frutto di incontri e di affetti, nati dalle piante il dicenbre scorso prima che questo incubo covid ci toccasse tutti in maniera più o meno grave.

Quindi il mio sará un Flashback al dicembre scorso, quando per cambiare la mia abitudine di rifuggire dalle feste , decisi di scendere a Roma e vedere le mie tre famiglie : quella di nascita, quella dell’ adolescenza é quella di piante .


Vado il 31 dicembre a visitare, Lucilla Zanazzi, mia Musa ( sikkimiensis) adorata e eminenza grigia del mondo del verde e  Mantinea delle piante, arte e cultura. 

Da Questa casa per appuntamenti intelletuali, avenne il coup de foudre Platonico con Cristiana Pristy, paesaggista,  e promotrice di tanti eventi per il paesaggio, la natura. 


Avevamo fatto il Lycée Chateaubriand assieme , in anni diversi,una persona dal vissuto e dalla personalitá prorompente, poco dopo avevo un date al giardino degli aranci con Claes , uno svedese di cui mi sono preso una cotta ma niente ... poi raggiungo  la Mia migliore amica da Quando ho quattordici anni, svedese che ha lasciato Roma da 15 anni che veniva da Londra  a vedere sua madre. 


Mi Veste da disco anni 80 , e andiamo a una festa stile  A, tra gente alternativa , con qualche vizietto etc .Con lei torno a essere l’ alieno 14 enne catapulato in un mondo, di persone che fá di tutto per essere come me ( e Io Non vorrei essere come me ) , presente ma assente allo stesso tempo. 

Come diceva Fitzgerald, che si circondava di persone con certi vizi, pur Non indugiandovi , per sembrare normale. Una sorta di camouflage che dopo Non ho piú dovuto mantenere nel mondo delle piante perché li sono tutti molto ’ particolari ’ io sono decisamente scontato e noiso in confronto ( cosa per me molto rassicurante).

Grazie a Cristiana sono entrato nel mondo di Philippe.


Per me il mondo degli aceri ha 2 personaggi che mi ispirano :


1), Alessandro Biagioli, esperto di aceri e grande comunicatore ( ne parleremo in seguito ) e Philippe Smets che ha un approccio molto più orientalizzante , con un’ ottima selezione di forme giapponesi. 


Ma quello che mi é piaciuto molto di Philippe é che malgrado sia un nerd dell’ estetica e delle piante giapponesi, riesca a dare quella freschezza e quel french / Belgian touch, che molti non hanno, che rendono molti amanti del japonisme, un pó grotteschi.( un altra eccezione é la mitica Franca Burini, molto rispettata in Giappone ) 


Io approdai da Philippe grazie a un coup de foudre Platonico, che ebbi l’ anno scorso con la paesaggista Cristiana Pristy , creatrice di respiro nel verde degli Alberi , e passionaria di ’ salviamo il territorio


2))
’Mi chiamo Philippe Smets, nato nel Belgio, biologo. Dopo aver vissuto diversi anni in Spagna e a Londra, ho desciso di "mettere radici" a Roma . Infatti, da 12 anni curo un ampia collezione di bambù e aceri Giapponesi. Inoltre a queste 2 collezioni ho felci, carpini, olmi, quercie e camphore.

 la mia esperienza viene dalla mia formazione ma sopratutto delle mie ricerche personali, esperimenti, prove , incontri.  Sono sempre grato al mio amico Alessandro Biagioli (vanta la più grande collezione di aceri) che in questi anni mi ha sempre supporto e sopportato nella mia  ricerca ossessiva di informazioni.


 Mi piace Roma, i piccoli giardini, i vicoli, i cortile di che sono molto affascinanti ,dove le piante incontrano la pietra.


Sono convinto che l arte di creare angoli verdi  è di "ascoltare" il punto di vista di chi se lo godrá.

 La scelta di una pianta può transformare una casa.

Amo il dettagli, quegli sobri che non tutti riescono a cogliere; quelli che in Giappone è caratterizzato dallo "Yugen"



3)’L‘estetica giapponese è considerata una parte integrante della cultura nipponica e della vita quotidiana dei giapponesi. Sebbene questi ultimi abbiano avuto per molti secoli una grande produzione artistica, la disciplina filosofica corrispondente all'esteticaoccidentale non venne studiata sino alla fine del XIX secolo. L'estetica giapponese è quindi un insieme di ideali tradizionali, tutti nati prima che tale disciplina fosse istituita formalmente: mono no aware (il pathos delle cose), wabi(sommessa e austera bellezza), sabi (patina rustica), shibusa (che coniuga ruvidità e raffinatezza), yūgen (profondità misteriosa), iki(stile raffinato) e kire (taglio) sono alcuni di questi ideali, la maggior parte dei quali accomunati dalla nozione buddhista (in particolare Zen) della transitorietà ed evanescenza della vita


Il concetto di 
yūgen (幽玄?) appare agli inizi del X secolo, non venendo tuttavia largamente utilizzato fino al periodo Kamakura.[18] Può essere considerata la meno definibile tra le idee estetiche giapponesi, e la sua esatta definizione dipende dal contesto in cui viene usata. Benché il termine possa essere tradotto letteralmente come “leggermente scuro”, esso non serve solamente a descrivere il fascino delle cose in penombra di cui non si riesce a conoscere del tutto i limiti e i particolari, ma viene usato anche con senso più ampio, per indicare ciò che, essendo oscuro, è insondabile, misterioso e imperscrutabile.[19]Difatti, un'altra definizione di yūgen implica nell'arte giapponese le capacità misteriose che non possono essere descritte a parole; il termine letterario “simbolismo” è considerato il più vicino al significato di questa parola giapponese’ (Wikipedia)



 firma :Philippe Smets @Elemento bambù 

firma : Philippe Smets @Elemento bambù Yugen

 


’ 4)
Amo ( Philippe)le diverse  varietà di Phyllostachys edulis. ( quello che i giapponesi e cinesi mangiano i germogli)Il bellissimo bambù della foresta di bambù di kyoto. Phyllostachys è la famiglia, edulis la specie. Di phyllostachys edulis ho 7 varietà rarissime. Una di quelle è  
Phyllostachys edulis "Nabeshimana"  ’
Crescono 20 metri di altezza e hanno foglie elegantissime  
 
 

Phyllostachys edulis "kikko Chiku"

Phyllostachys edulis " Tubeaformis", Phyllostachys edulis "Mira"
Da notare sono anche :
, Acer  palmatum " Fujinama  Nishiki"
 Fargesia Sichuan. ( bambú che non invadono’
 Ulmus parvifolia "Geisha'

Per riuscire a creare uno spazio bello, è importante impostarelo dall inizio  e sapere dove si vuole andare












Leggenda : foto 2, 3,4,di Fabrizio Fortuna
5 presa da internet 
Tutte le altre di Philippe


5)Consigli di coltivazione in vaso di Fabrizio Fortuna

Fabrizio che è un cliente di Philippe , é il fotografo più pagato in Italia e il migliore.
La sua bravura é in una pignoleria assoluta, una meticolosità da rendere un giapponese, uno scansafatiche approssimativo. Gli sto facendo il consulente per le rose ed é assolutamente incontentabile, perché vuole solo L’ estrema qualitá. ( parleremo delle sue rose nel prossimo post )
Le sue Buche sono in realtá delle fosse comuni per mammut e le piante gli crescono incredibili.


Piccole  note di cotivazione in vaso :
Fare miscela di torba, terriccio per acidofile , pozzolana fine, lapillo grosso anche rosso.
Lui gli ha in pieno Sole, ( a Marino , fuori Roma ) ma senza ristagni, le foglie non si rovinano a differenza di quello che si dice in giro.
Lui ha il sango kaku che ha un tronco meraviglioso
Il yatsubusu( le foto sono in Ordine 
Poi un semenzale di Rhyussen , l’ unico acero ricadente, che Philippe non innesta e quindi é meraviglioso visto dall alto , senza il fastidioso tronco. 

6)Appendice:

Momijigari (紅葉狩?), parola giapponese formata da momiji (紅葉?), "foglie rosse" o “albero di acero" e da kari (狩り?), "caccia", indica la tradizione tipica del Giappone di andare a visitare i luoghi in cui le foglie degli alberi divengono rosse in autunno. È detto anche kanpūkai (観楓会?).[in Hokkaidōche significa "andare insieme a vedere le foglie".

Momiji al Ryōan-ji a Kyoto 

Sono molti i giapponesi che partecipano a questa tradizione, recandosi a
 Nikkō e Kyoto, che sono diventate le destinazioni più famose. La tradizione è nata come una ricerca a scopo culturale, durante l'Era Heian.

È tradizione dirigersi anche nei luoghi dove l'erba cambia colore, come nella Pianura d'Oze. ( Wikipedia )



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