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venerdì 1 gennaio 2021

La nuova vita della rivista Gardenia ????

 


In questi ultimi giorni si é scatenata sui social nel post della casinista giardinera fantastisca di Giovanna Arcesi : la tipica polemica all’ Italiana, dove si butta come al solito il neonato con l’ acqua sporca, quando invece ci vedo un segno di speranza: Il numero di gennaio della rivista ufficiale di giardinaggio italiano: la Mitica gardenia 

Mi affido alla mia amica del cuore la Santa Wikipedia per dare delle info sulla testata  ” Esordisce nel maggio 1984 sotto la cura di Francesca Marzotto, che è anche il primo direttore della rivista. Nel 1999 l'«Editoriale Giorgio Mondadori» viene acquisita dalla Cairo Communication che continua la pubblicazione della rivista.”

Per una volta cercheró di non essere troppo barocco( bugiardo, certi passaggi deliranti potete saltarli a piene mani )


 Inizieró  a partire dai fatti : L’ ultimo numero di gardenia, in confronto a questi ultimi vent’anni ha voluto creato un bold statement ( un coraggioso messaggio ) : un numero sui giardini tropicali and co.

Tanti articoli piú o meno riusciti sul argomento. Che lo siano o no, é un problema totalmente irrilevante.

 In questo fottutissimo momento ( chi mi conosce, sá che di rado indugio in codesto linguaggio,)in cui siamo tutti piú o meno alcolizzati, col hangover, con cibo, che ha saturato anche i pori dei pori dei poretti dei porettini, chi da solo, o con pochi intimi, chi in ospedale, chi sul lastrico, o con tanta ma tanta angoscia sul futuro, o chi semplicemente un futuro non ce l’ ha piú ha bisogno di evadere, tra mascherine, Conte, conti che non tornano, regioni verdi, gialle, rosse, arcobaleno, regioni dove il messaggio gender é un un gomplotto, tra No vax, bufale e altre amenitá.


Sognare con dei cavoli, oops scusate stiamo parlando di fiori, quindi di cavolfiori di foto, dove c’ é qualche palmetta, banano e qualche fiore Tropical, che ci faccia sentire, in un spot di qualche succo di frutta esotico é piú che lecito.

Specialmente adesso, che non dobbiamo piú fare finta di amare la neve, tra aghi di pino, che sono ovunque, tra i vestiti e in luoghi impensabili, e che a forza di crescere ed espandersi , questi aghi ci sfratteranno,di casa, se non l’ ha fatto giá prima il fucking fisco. Mariah Carey, torna nella sua bara, fino a dicembre prossimo, certi depravati pensano di fumarsi la Maria,  ma molti anelano al curry, etc.

Tutto questo delirio da me scritto , che volevo cercare di evitare,come quei dannati propositi di fine dell’ anno: , come cercare di sembrare meno gay, di non essere prolisso, ebbene sono le 10 e 13 del primo gennaio ed ho giá fallito nel mio desiderio di essere sintetico.


Bastava che dicessi: in questa situazione post anno disesto/ apocalittico/ jumanji / bisex: il tropical dopo il kitsch natalizio, e i January blues ( depressione di gennaio) sono molto appropriati.

Ora presento le tesi ( sacrosante) dei detrattori: Da rivista di qualitá e di fama internazionale, come  lo é stata fino al cambiamento nei primi anni 2000, col cambio di editore. 

Da una rivista di giardinaggio é diventata, della carta straccia patinata, per mogli della media /Alta borghesia milanese e torinese, con marchette di fioristi di bassa levatura etc, buttando con disgusto : le giardiniere e giardinieri seri, nella concimaia ( anzi dai loro camerieri perché non vogliono sporcarsi le mani )

Questo é un fatto sacrosanto che non puó essere discusso.

Ma, l’essere stato, torturato dal sistema educativo francese, mi obbliga sempre a vedere i due lati della medaglia.

I dinosauri, seppure affascinanti del giardinaggio di nicchia italiano,( che aveva dei livelli altissimi) sono ;o morti, oppure vivono nei dolori legati all’etá.

 Le. generazioni successive, non sono riuscite,  a cogliere quest’ affascinante, ma pesante  ereditá, non hanno saputo lasciare il segno

I pochi che lo fanno, non hanno né , i mezzi finanziari della generAzione precedente, né lo spessore culturale, ma ne hanno mantenuto, quest’ aura di nicchia, che sfocia in una spocchia, poco welcoming, al contrario dei miei amati dinosauri ( sono un noto gerontifilo).

Poi, come dice il termine stesso nicchia, non é sufficiente, per far sopravvivere un giornale, che come ripeto, nella peggiore crisi dell’ editoria italiana, un giornale deve far di tutto per sopravvivere,.

Nel  frattempo di riviste di giardinaggio più basic, si sono , si sono moltiplicate, la quantità di amanti del verde aumentati, ma le nuove generazioni dell’ élite del mondo del giardinaggio, avevano tutti i difetti della generazione precedente, senza i loro soldi, la loro cultura, e senza questa attitudine ereditata dagli inglesi, dove nobili, borghesi che copiano il modo di fare dei nobili, accolgono in casa, persone di qualsiasi livello sociale, basta che siano interessanti dal punto di vista botanico, con un’ illusione di eguaglianza, cosí versosimile e in buona fede, da essere creduto da tutti.

Invece col cambio di editore, questa illusione ereditata dal mondo britannico( e che é il trucco e la grandezza del giardinaggio brexitland ), viene spazzato via, e chi conta, dipende unicamente dal conto in banca, dal look e da quanto sia piú o meno una celebrity.

In questo clima, arriva come  una Valkiria  la direttrice  Emanuela Rosa Clot, nel 2006,: non sá nulla di piante, ma deve cercare di fare sopravvivere la rivista, e quindi  ecco una gran quantitá, di pubblicitá e solo le persone conosciute, hanno i LORO giardini pubblicati.


Peró Io ho servito la direttrice alla mostra di giardinaggio milanese : Orticola, e in ogni stand, faceva tantissime domande, e si vedeva questa attitudine, non só , ma mi impegno a imparare, un’ attitudine rara e ammirevole, che io trovo lodevole.


Secondo me, proprio grazie a questa attitudine, del direttore , col tempo e molto lentamente, ho notato, un leggero miglioramento, qualitativo negli anni . Poi noto, con piacere che Margherita Lombardi, gli viene dato un pó piú di spazio, che secondo me é la punta di diamante della rivista, sia come scrittura che come conoscenza botanica e di agronomia 

In oltre i suoi Botanical trips e botanical heritage , sono dei bellissimi blog di giardinaggio molto seguiti.


Durante le giornate si subtropical ssp di Mario Mariani che avevo già recensito qui  https://todoenlavidasepuede.blogspot.com/2020/12/le-rose-austin-saranno-piu-care.html
, Margherita era super attenta alle conferenze. Lei ha dovuto indirizzare il fotografo per ben tre volte, perché le collezioni preziose di Mariani, erano di difficile comprensione, e diversa dai soliti servizi pieni di fiorellini e roba decorativa, di cui era conosciuto gardenia in questi ultimi anni 

Poi ci sono dei articoli sul giardino la Mortella seguito da Alessandra Vincinguerra che sogno di visitare da anni, e i magnifici giardini di Tresco, che ora con la Brexit come ho scritto qui sarà più difficile da visitare il Regno Unito https://todoenlavidasepuede.blogspot.com/2020/12/le-rose-austin-saranno-piu-care.html Comunque è facili fare gli snob, quando si hanno i soldi, e per vivere bisogna guadagnare, e quindi non condanno il desiderio  di volere sopravvivere di Gardenia, é facile di essere generosi e parlare di poesia, letteratura e giardinaggio, se non rischi che ti stacchino il gas perché non paghi le bollette .

 Per anni Gardenia, si é concentrata nel marketing in una maniera esagerata, ma  questo numero spero che sia L’ inzio di un mix tra uno spirito imprenditoriale e una buona conoscenza di giardinaggio e di botanica, meno di salotto e più da giardino. Io voglio avere fiducia e notare i miglioramenti fatti 

Credits : foto prese dal numero di gennaio di Gardenia 

12 commenti:

  1. gli scrittori di una volta erano Ippolito Pizzetti,Orietta Sala, Guido piacenza, la figlia di Sgaravatti (mi sembra di ricordare) che era moglie di un ambasciatore e i giardini se li faceva da sè e praticamente scrivevano e citavano i giardini di famosissimi come la contessa Taverna ed i vari aristocratici dei quali si scriveva sotto pseudonimi perchè si credesse che fosse gente normale,lo stesso Piacenza (grande e precoce vivaista che col Miniarboretum ci ha fatto sognare) era imparentato coi Savoia, A Milano c'era il Centro Botanico di Naj Oleari che offriva i primi semi di Thompsom & Morgan, le prime rose Filipes ed era tutto un fervore inusuale.
    Poi prima di tutto è cambiata la gente, Berlusconi con la correttezza che gli è solita (sigh)ha comprato la Mondadori ed in questo clima è nata la nuova Gardenia ed è cambiato il pubblico.

    Io ho continuato a comprarla perchè, malgrado il declino, era rimasta la migliore nel campo del giardinaggio comprese quelle così chic che non servivano a niente.
    Spero che queste mie esternazioni non offendano nessuno ma è quel che è successo, secondo me.

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    1. Lucia Scalia hai messo insieme un bel po' di imprecisioni, forse allora non c'eri. E poi i mitici semi del Centro Botanico di via dell'Orso erano quelli di Sutton. Forse è ora che io mi metta a scrivere di un'epoca passata in cui c'ero, prima che diventi parente dei Savoia chissà chi altro.

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    2. Sig.ra Pallavicini, c'ero e sono stata varie volte al Centro Botanico dove per la prima volta ho comprato i semi di Thompson e Morgan che ho seminato personalmente.
      Per quanto riguarda il Vivaio Piacenza avevo comprato quasi tutto da lui, ho parlato personalmente con un discendente dei Savoia che era lì ad aiutare scambiandolo per un inserviente.
      Mi dispiace che lei metta in dubbio quel che dico, non sono bugiarda specialmente su questioni che possono essere marginali, mi sono sempre considerata obiettiva e sincera e, se non ho cose vere da scrivere, sto zitta.
      Se volesse approfondire la questione parliamone pure. Grazie

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  2. volevo spiegare meglio ma non si riesce a condensare in poche righe quel che è successo nel giardinaggio. Ad oggi da allora, è rimasto solo Pejrone che scrive come se Pizzetti, Piacenza e gli altri siano ancora lì a leggerlo e forse può anche darsi.

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    1. In realtá il vero crollo é avvenuto col cambio di editore , anche se c’ era giá stato un declino. Posso citarti?

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  3. Certamente, anche se forse non mi sono espressa bene. Ciao Giulio

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Gardenia si è sempre distinta anche grazie ai contributi di autorevoli fotografi (tra i molti le bellissime foto dell'amico Ferruccio Carassale), ma già Libereso Guglielmi mi fece notare come la rivista non fosse più quella di un tempo. Comunque proverò ad acquistarla nuovamente a partire dal numero di gennaio.
    Aldo Avagnina

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  6. Speriamo che continui in questo processo

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  7. Un numero monotematico; l'ho ricevuto oggi, e direi che mi piace, soprattutto l'idea!

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