lunedì 12 ottobre 2020

Il giardino come biglietto da visita

 


Sono un timido, introverso, e molto solitario, ma stranamente sono spesso trascinato a parlare gruppi. 
In passato spinto da Anna Sgarabottolo del vivaio la Campanella ,  delle conferenze sui nomi delle rose antiche , : Umili rose aristocratiche ‘bastate su donne famose che trattavano gli uomini potenti come tapettini.

Invece questa  volta devo formare le Amazzoni di Donna Impresa Verona, branca femminile di Coldiretti Verona. 

In questo caso, il motore di questa iniziativa é la

Valkyria Mariangela Bolla, che armata di tanto amore dalla testa ai piedi, di un inarrestabile ottimismo e ostinazione ha eroso i muri con la sua liquida vitalità.


É titolare della poetica tenuta la Borina, dove gli ho fatto piantare una collezione di rose antiche in via di estinzione .che attirano lo sguardo da lontano dalla strada trafficata , costeggiata serie di vigneti tutti uguali , ma dove una serie  di rose roxburghii plena attirino come il canto delle sirene, dentro la tenuta con una collezione di rose gallica dedicata a personaggi femminili storici  potenti più degli uomini e a degli outsiders , sono il biglietto da visita che distingue visivamente dall esterno, e fà da specchio all’ anima nobile, campagnola e avvolgente che dalla strada , sembrava una delle tante aziende.

Borina, vuol dire piccolo vento, e sono state 5donne che hanno creato una realtá locale di tutto rispetto, dove si viene accolto da un ernergia che non ti lascia mai più. 

Ogni elemento é eleganza coniugata alla vita di campagna. 


Le sue Stanze Bnb ti trasportano in ambientazioni francesi e inglesi lussuose e semplici allo stesso tempo.

Il Mio incontro con questa generosissima e nobile Valkyria é nata quando lavoravo per il Vivaio la Campanella, venne da me, quando cercavo disperatamente di cartellinare le rose Galliche, e mi chiese delle rose paesaggistiche, Io la vidi e le dissi : tu Non vuoi delle rose paesaggistiche .

Le proposi la poetica rosa polyantha : Marie Pavie degli inizi secolo scorso, dalle corolle, che ballano dall’ incarnato all’ bianco. 

Queste rose morbide che fanno da eco all’ auiola della famosa. E eccelente rosa paesaggistica ’ Bonica’, che anche se dozzinale, é un capolavoro di rosa che deriva dalla botanica Rosa sempervirens, salute, rifiorenza e dei cinorrodi ( bacche ) , così buona da essere usata da Peter Beales in molti dei suoi incroci, quando ero lí da lui.

Siamo in terra Veneta, dove le cose si dicono in faccia,  senza giri di parola , eppure le rudi genti locali, non possono che essere attratti dalla leggerezza e dall’ allure   Semplice ma charmant de la Marie, che con le sue movenze, attrae molto di più della sua dirimpettaia, più vistosa. 


Queste rose, erano quelle che Mary voleva, ma che non sapeva di volere , perché la paesaggistica voleva appiopparle altre paesaggistiche, non avendo capito l’ anima Romantica di questa anima gentile.

Dá li, nacque il corridoio delle rose galliche, che baciavano le vigne, queste rose sono destinate a essere senza irrigazione . Son rose che ti uccidono con una fioritura travolgente di un mese per farti aspettare con trepidazione questo evento l’ anno prossimo. 

Nel frattempo l’ arbusto di queste rose  a differenza dei pali che producono grandi cavoloni incollati,ossia le rose da taglio che noi erroeamente coltiviamo nei nostri giardini, sono piante che hanno delle bellissime forme anche sfiorite, con cui si possono fare delle bellissime siepi,  che possono assurmere la forma di siepi formali o informali , eliminando i polloni che produce a mò di bamboo, e dal fogliame seducente in autunno. E dalle Belle bacche ( cinorrodi).Quindi una totale evoluzione par rapport alla scelta iniziale .




Con questa filosofia nasce ’ Il giardino come biglietto da visita ’ in cui spiego perché andare oltre al solito noioso giardino di rappresentanza, spesso affidata a dei garden rivenditori di piante, in cui spesso il loro unico scopo, era sbolognarsi le eccedenze, piantando essenze a caso, spesso senza conoscere le piante che spesso neanche coltivano loro, ma che spesso solo rivendono, piantate da dei giardinieri che spesso sono degli operai che per sfuggire al lavoro delle fabbriche si sono improvvisati come giardinieri. 


Infatti ho scelto, il grandissimo Michele Calore, che dovrebbe essere il giardiniere tipo,( invece é un faro nel deserto ) su cui affidarsi, estrema conoscenza delle piante ( una vera enciclopedia dal punto di vista teorico ma conosce le piante  dalla A alla Z dal punto di vista, anche particolari)maestro delle associazioni cromatiche, e come coltivarle  con estrema sapienza.( ha collaborato con il Giardino pigro e il giardino svelato , oltre che una quantità di pubblicazioni sulle riviste di settore.)


Questa sapienza, nasce oltre a una grandissima abilitá , come giardiniere , a un bisogno di sperimentare le piante personalmente, e non affidarsi alle solite varietá che usano tutti con zero fantasia. 


Anche loro, sono state usate, infatti iniziamo la prima parte , vicino a casa dove ci sono le  commercialissime Nandine, eleagnus ebbingei e Acca ( Feijoa) Sellowiana,associate in maniera armonica , fanno da struttura formale ( assieme a colore e profumo)vicino a casa per dare da struttura alla spogliante e ricercatissima composizione di piante perenni, e graminaceae, per addentrarci in stanze che danno senzo di intimità. rendono lo spazio rettangolare, molto più vasto  e organico .

L’ occhio grazie ai punti focali e vie di fughe guardano lontano, con gli alberi che si sposano col terreno dei vicini, ma le siepi, come ci insegna il mio cugino alla lontana Leopardi, é grazie ai limiti che si può percipire l’ infinito.

In realtá l’ effetto é molto simile a una matrioska, o come un dipinto di eschler, dove si entrano in tanti mondi, dalla complessitá di un videogioco, con fioriture che creano l’ effetto uao, ad ogni angolo, tra galline decorative, pavoni, angolo romantico, per foto di matrimoni e donne incinte, per poi  finire in un Paradiso di graminaceae e perenni alla ’New Wave’.

Dopo questa ubriacatura giardinicola, volli ripetere l’ effetto che  aveva avuto su Mariangela, di passare dal giarsinodi Michele Calore a quello di Camilla Zanarotti. 

Per arrivare da lei, la corriera di prodi , sale su colline, dai paesaggi e dalle foreste magiche, per poi arrivare al’eremo della paesaggista, musicita, scrittrice di libri, sulle ville venete( co-autrice di pù orto che giardino con Simonetta Chiarugi) e sul mostro sacro di Porcinai ( infatti nella sua abitazione ha una maestosa rosa ‘ mermaid ‘ in onore del maestro. 


Si é accolti da una regale, semplicitá e musicalitá delle forme , semplici che si sposano col paesaggio in maniera divina, senza bisogno di artifizi.

La planting palette é decisamente , molto più scarna, come scarna é la presenza di acqua, che sono quasi in antimia nei due giardini, uno ricchissimo di acqua e di fioriture e l’altro piú modesto di acqua e fiori.

Camilla dice: l’ eterna maledizione di persone che vanno prima da Michele e poi da me, per’altro  reduce un evento triste appena accaduto  , eppure ci ha accolto con generositá. Affrontare gli eventi negativi della vita con un sorriso é una sua caratteristica,  e affronta con tale attitudine il suo guardino, scavando col motopic per fare le buche nel giardino, povero di acqua. 

Questa attitudine permea nel giardino, che accoglie con le sue forme, anzi con le sue note, che tradiscono, la prima formazione di Camilla, la musicista, per poi approddare ad agraria e per finire a un master in paesaggismo in Cataluña. 

Veniamo accolti da siepi dove si mescola il formale con l’informale, per arrivare nella torre , restaurata da Camilla , che ricorda San Michele di Axel Munthe ad Anacapri, di fronte un orto protetto da siepi formali , dove la magnificenza di cavoli neri di Toscana si abbracciano con Dahlie Caffé au lait, zinnie e sontuose verdure, per poi finire in un berçeau di legno fatto da Camilla con rose e altr rampicanti che danno all’ aspetto rigoroso e fiorito , un aspetto rustico ma elegante, con una verticalità naturale .


Tutti quelli del corso, hanno sentito l’ aspetto rilassante del giardino, l’ armonia tra arte, e natura, oltre che la tenacia di Camilla che sotto, dei boschi di roverelle, coltiva le sue perenni, tanto da avere un Bosco incarnato a primavera, ma il Bosco , terrazzato, a forza di trovare sassi é un monumento, alla laboriositá umana, che si sposa con la forza della natura , infatti il suo gruppo SU Facebook si chiama  il giardino Della Torre e delle Piante tenaci .

Angoli di piante particolarmente tenaci vengono tenute senze annaffiature, come centranthus, fioriscono tra le rocce, assieme altre fioriture toste.

il suo studio che si chiama : Atelier G’art si é occupato di restauri importanti come per un lavoro di Scarpa, e progettazione di giardini privati e di fondazioni importanti come Lavazza, e importanti conferenze sui giardini storici . 

I miei studenti vedendo, questi due giardini sono riusciti a vedere dal vivo ,  i vari stili di giardino, e come possono fare qualcosa di diverso, andando oltre il solito giardino fatto a casaccio dai garden, che impongono ai clienti delle scelte di dubbio gusto, perché spesso ignoranti di cosa è veramente un giardino, e quindi incapaci di spiegare ai loro committenti che si possa fare qualcosa di magico, a basso impatto ecologico, favorendo la biodiversità, e usando delle piante diverse dal solito. 

Così da dare un aspetto diverso dalle aziende, e attirando stranieri, che guardano molto a questi aspetti di immagine e di sostenibilità oltre che al prodotto.

Infatti ho parlato del rapporto tra giardino/ arte e potere , di come le cose sono intrinseche , e i diversi stili. Michele ha fatto una lezione pratica e poi abbiamo cercato di fornire una chiave per potere creare un giardino che rispecchi l’azienda, ma anche la persona .

Quindi un dialogo tra la natura, il paesaggio circostante, e i diversi stili di giardinaggio, dove molti grazie alla mia guida hanno trovato lo stile che ancora non sapevano di  avere. 

Quindi non una imposizione di uno stile, ma una panoplea di stili, per potere capire quale usare, o in caso di giardini già esistenti per dare un nome allo stile già esistente , così grazie alla coscienza e ad esempi simili, potere ridimensionare certi errori, certi errori 

trasformarli in pregi, oppure ampliare i propri orizzonti . Il caso di Fiorella era lampante, lei aveva un cottage garden, senza sapere di averlo, e ora sà come fare, anche grazie a dei consigli pratici dati da me. Una seconda parte verrà affrontata in in altra puntata del blog , dove gli studenti affrontano le insidie di entrare i vivai meravigliosi e mettere in pratica la teoria .

Per aver maggior info : Giulio Massimo Baistrocchi planthunter su Facebook 


https://m.facebook.com/GiulioBaistrocchi/


3 commenti:

  1. Beavo Giulio, i tuoi articoli sono sempre tanto interessanti e per i tuoi corsisti, una fortuna poter avere le testimonianze visive di quello che consigli. Interessantissima l'affermazione di non sapere quel che si vuole se non si ha qualcuno che, generosamente,ti mostra tutto quel che potresti avere. Grazie come sempre

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  2. Grazie Giulio per le belle parole che mi hai dedicato; Grazie per tutto quello che mi insegni e mi fai vivere ...
    poi sai...la condivisione delle esperienze ed emozioni vissute a chiunque le possa vivere con noi... diviene il motore che sposta ogni limite !
    Tu cercatore di piante... io di persone con le pagliuzze agli occhi...e bei sorrisi
    Tu scambi semi e fiori ...io emozioni ed esperienze vissute Grazie a Te! ..
    Un abbraccio e nuovamente grazie di tutto...

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