sabato 30 novembre 2019

Transexual Rosemary, rosmarino transessuale

Il rosmarino che avete in casa in realtà é un transessuale. Sembra un rosmarino ma in realtà é una Salvia. E non é una cosa nuova ma dal 1848, dal libro :The plant a biografy di Matthias Schleiden, i botanici ne discutevano da allora ma le istituzioni mantenano il genere creato da John Lindley nel 1753,per la differenza degli stami in confronto alla salvia officinalis, ma che molti non ritenessero sufficienti per differenziarli .... GOMPLOTTo :)))))). Quindi quando vi prestate a gustare dei deliziosi ravioli burro e salvia, in un ristorante di lusso, che voi avete risparmiato per potere fare le foto su Facebook, aprite la bocca per gustarli e li sputate perché sanno di rosmarino. Voi urlate al cameriere che volete essere rimborsati, ma il maître arriva algido come se fosse uscito dalla bara come Dracula che vi presenta la scheda botanica della RHS che dice che questi ravioli sono fatti con la Salvia rosmarinus. E i vostri corsi di dizione pagati facendo quattro lavori si vanno a benedire e bestemmiate come un Vicentino che non può più a mangiare i gatti o un friulano, quando la plastica dell imballaggio che ricopre i suoi divani dopo anni affinché non si consumino vengono scolpiti dalla polvere che la colf, che non é friulana ha permesso di entrare nella casa. Se non fosse stato per i figli spendaccioni non avrebbe mai permesso che un granello di polvere varcasse L’ uscio di un friulano rispettabile che lavora, non si permette lussi e che la polvere esiste solo in italia ma non in Friuli . Per fortuna al sud, queste perversioni non arriveranno mai, come i soldi che finiscono direttamente nelle tasche dei politici, visto al sud non hanno la mania di evadere le tasse come al nord, per potere fare le lezioni di cabala buddista del butano del ovest. Avviso che ci sarà una strage di nonne partenopee a questo cambio di genere. La Meloni, dirá: Io sono Giorgia, e sono ( alla )frutta, sono Cucumis melo, sono italiana( anche se il melone é asiatico, quindi Giorgia é una migrante). É tutta colpa del papà A e papà b e del insegnamenti di genere alla scuola. Per colpa di questi studi rischierò un giorno di essere riclassificata come un cocomero, un Citrullus lanata (cosa plausibile visto che molti la dannno come una citrulla). I botanici sono dei criminali incalliti, degli assassini senza cuore : Il genere Rosmarino é stato trucidato da dei botanici senza cuore. Ma i botanici hanno un anima? La riposta più immediata sarebbe: sono dei replicanti alla Blade Runner che ci sviolinano: Ho visto cose che voi umani.... Tra parentesi quel bonazzo del’attore Rutger Hauer che ho adorato anche Ladyhawke é morto proprio a luglio del 2019. Cosa particolarmente ’spooky’ é che il 2019 é l’ anno in cui si svolgeva la trama di Blade Runner. Come si può avere un anima e separare i generi Erodium, Pelargonium e Geranium, che Linneo aveva raggrupato assieme, e che L’Héritier scisse. Delle piante che ricordano quando in seme a degli aironi, delle cicogne e delle gru( i nomi vernacolari Cranesbil: Geranium/Gru sono la traduzione letterale dei nomi attribuiti ai tre generi) Penso che si rifacciano ad un dramma di Aristofane, e quindi la famiglia delle geraniaceae evoca le gru di Aristofane. Sono ormai passati secoli, e la divisione di questi generi crea molta ritrosia nel pubblico che non riesce ad accettare che la differenza delle antere sia la ragione per cui il scaraffone rosso, cresciuto dentro la latta dei fagioli che hanno nel terrazzo debba chiamarsi Pelargonium quando la zia assunta e nonna turiddu tra undici cassate preparate durante la trasmissione di un posto al Sole l’hanno sempre chiamato così, mentre quel erbaccia con i fiorellini blu che crescono nei prati che il comune non ci fá diserbare e crea tanto sporco per dindirindina ( I Pelargonium sono essenzialmente africani Poi questi sapientoni che nei gruppi di fiori in cui si dovrebbe solo scrivere 100 buongiorno e nient’altro, ci sono quelle zecche che dicono che il tuo amato Amaryllis é un... Hippeastrum. Hippechè....aoo suona male sembra un misto tra hippppoteca e hhhhippopotamo, un vero impiastrum.... Poveri settembrini, che a controvoglia a forza di venire redarguiti abbiamo imparato che la gente con la puzza sotto il naso li chiamano ‘Aster’, ma gente ancora più puzzona li corregge e li chiama Symphyotrichum. Gli aster sono solo quelli europei, come al solito quelli che trovi in natura e quindi erbaccia hanno mantenuto il nome e invece quelli belli dritti da abbinare alle verdure del orto, con quei colori belli vistosi( i Novi-Angiliae e Novi -Belgiae , e tutte le altre specie sono state suddivise in nuovi generi) A parte gli scherzi e le generalizzazioni stereotipate( che non intendono essere razziste) né di offendere nessuno. Se per noi plant nerds, che non abbiamo una vita, siamo ancora in lutto per questi smembramenti e spostamenti. Molti giardinieri dopo aver letto su Grindr o su scruff che il genere Gaura non esiste più ma sono stati inclusi nel genere Oenothera, pensa un pò alla gente comune, possa pensare: Ma questi botanici sono delle braccia (flaccide e di un colore bianco blu) rubate all’agricoltura, che rovinano la vita alla povera gente che LAVORA per sbarcar il Lunario é che prende delle piantine da mettere in dei bellissimi giardini dove le piante verranno sommerse da Chiaia di tutti i colori di questo mondo e anche di quelle ancora non conosciute , che assumono delle forme che rendono Mirò, un artista concettuale, con degli ulivi centenari nati a Bolzano:), con delle chiome che anullano le leggi della fisica grazie alle maestranze di giardinieri provetti che non secondo dimostare niente a nessuno, a ecezzion fatta degli Abitanti di Marte che devono rosicá perché sono brutti e cattivi. Questi botanici sono particolarmente sadici perché hanno accomunato la gente comune e plant nerds che si odiano come cane e gatto. La gente comune che ha una vita dice le cose con insettazze e i plant nerds vivono per sfrugugliarli per sentirsi superiori. La gente comune dice si é sempre detto e fatto cosi e i plant nerds con supponenza mostrano la loro superioritá. Ma questi mandrilli li ha fatto rotolare dal loro piedistallo, nel fango assieme ai loro acerrimi nemici. Sia quelli che usano il latte come fertilizzante perché l’hanno letto su Facebook, che la penna rossa, pronti s correggere la prima svista. I primi sono contrari di default a quasi cambiamento di nome dall’paleoltico superiore, mentre gli altri si beavano di essere moderni e con la scienza dalla loro parte. Ma costoro rimasero orfani a causa di questi tepistelli col microspio Anni fá, quando annunciai ai miei amici,( Si lo ammetto non appartengo al gruppo che usa il latte come fertilizzante, anche se la mia penna rossa, in realtà é rosa, o al massimo un rossetto di quelli che trovi al discount, perché visto il mio italiano si tiene su come questi ultimi due governi, ma l’importanza é coltivare i propri difetti) anni fá che il rosmarino era diventato un trans é che ormai era una salvia, entrarono in lutto, esattamente come zia Antigone o nonna Carmen Electra del Molise che sforna manicaretti dalle 4 di mattina, o come la nordica Cesarona che pubblica i suoi uncinetti su Facebook. I miei amici si metteranno una tonnellata di fondo tinta, da fare sembrare le Geisha, delle jeunes filles acqua e sapone, e tanto di quel mascara da rendere le ciglia delle spine acuminate, come delle stallactiti gladioliformi pronte a bloccare come del catrame le lacrime, al funerale del genere Rosmarinus. Questa marschera drammatica, di caolinica perfezione, é fragile come l’ incarnato di Nicole Kidman, che si frantuma in mille schegge come un vetro antiproiettile, scalfite da un proiettile emotivo. Questa tragedia greca, verrá recitata con virtuoso decoro, mentre veranno invocate le erinni ogni volta che dovranno pronunciare Salvia rosmarinus,tra una fuga in bagno per inalarsi del N o per i nostalgici il Tavor. Per la sudtirolese Frau Cesarona, la tragedia non sussisterá, perché il negazionismo é un arte in un eccelle, come nei pizzi,nei dolci e nel avere sempre ragione, perché per il resto basta negare alla Trump, ai no vax al terapiattismo style. I penna rossa, invideranno l’eccelsa Frau, perché in cuor loro vorrebbero far lo stesso, ma visto che devono fare le giovani marmotte, fingeranno l’orgasmo, come i Paesi Nordici fingono di essere Paesi felici pur di rimanere alti nella classifica ( visto che da due secoli da questa parte, le guerre fratricide che hanno caratterizzato i rapporti nella famiglia Scandinava fin dalla preistoria, cioé fino a due secoli fá, e ora si finge un amore inesistente tra il ’little brother’ ammazza balene che non allevano piú volpi ma che vogliono fare giacimenti di petroleo nella costa croata, il medium brother che odia i musulmani e uccide i delfini e il fratello Ikea,sorry il più grande che fá energia con la spazzatura italiana e distrugge le foreste fuori dalle sue frontiere per fare dei mobili radical chic che durano l’espace d’un matin), al massimo esiste sempre il suicidio che cancella le persone infelici dalle classiche. Il rosmarino é un drama queen, é legata alla nascita mitologica del inverno, quando Persefone, figlia di Demetra, fù rapita da Hades, mentre annusava un Narciso, e la terra si aprì, e fú risucchiata negli inferi. La madre vagò, sconsolata per nove giorni, finché Elio non la avvisò, e lei si isolò in luoghi reconditi provocando ( giustamente) la carestia sulla terra. Non volle sentire ragione(giustamente) e Zeus fù costretto (poverino :))) a costringere suo fratello a restituire la figlia alla madre. Ma ella avendo assaggiato il melograno cioé il frutto del amore, non volle tornare sulla terra, e allora si arrivò al’ escamotage, di sei mesi con la madre, ossia la bella stagione, e sei col rapitore cioé con l’inverno, per tornare da lui prendeva del rosmarino. La mitologia della rosa di mare ne parlo nel mio post sulla festa di SAN Giovani. Questa pianta complice di questo rapimento, si sará stufata della violenza maschile é avrá deciso di diventare da campionessa della Drag race di Ru Paul a ottenere i cambio di sesso nei documenti ufficiali, per poi dire Sashay away dei contributi, sorry quella é l italia che non prende i contributi assegnatole dal Europa, volevo dire attributi. É da sole poche settimane, che la RHS ( Royal Horticultural Society che viene vista, ingiustamente come il paradigma da seguire in quel che concerne il giardinaggio, una sorta di mostro sacro, di cui non si discutono le dottrine rivelate e mistiche), che é la figlia evoluta di Cesarona, perché prima di accettare un cambiamento ci vogliono anni, infatti io annunciai tre anni fá a due miei amici plant nerds questa notizia e appena poterono, mi diedero pan per focaccia con altre notizie del genere ( peró quella del rosmarino rimane la più perfida, specialmente in italia, al nord cosa vuoi che cambi, in svezia mettono le mele e würstel al curry e in Inghilterra....) La RHS che é molto dottrinale e poco avezza ai cambiamenti ( che strano per degli inglesi) e specialmente se vengono da degli stranieri, e in special modo dei tedeschi, che si basano più sui fatti e meno sulle dottrine, come era successo in varie occasioni, come anche nel caso della Paeonia rockii che gli inglesi spacciavano per specie, mentre avevano solo degli ibridi di essa, come appunto i tedeschi asserivano da molto ma ci vollero evidenze su evidenze perché capitolassero. I Seguaci indomiti della RHS, i plant nerd, che fingono di acettare che il rosmarino ha finalmente cambiato sesso che ha una vita invece di passare tutto il tempo a occuparsi di piante e di parlarne (mai invitare due plant people ad una cena, perché parleranno solo di questo tutta la serata, mentre uno solo,sará silenzioso e triste, nel caso in cui avesse lasciato il celluläre a casa) Ed é proprio il celluläre, il contenzioso della faccenda, ma non del aggegio diabolico di cui sono totalmente dipendente, fatto con minerali, la cui estrazione é la ragione per cui l’ Europa e gli USA e getta favoriscono le guerre in Africa, lo spostamento delle genti e il lavoro minorile in queste miniere pericolosissime, ma della tecnica cellulare. Il cambiamento di sesso del Rosemary’ s baby é dovuto al test del DNA , come nel caso di Brooke Forrester, che in (Bold and the) Beautiful ha un abonamento fisso al test del DNA per i suoi mille figli dalle sue esperienze sentimentali, con i vari della famiglia Forrester.Si Come Brooke insegna i test del DNA possono essere manomessi e quelli che pensi essere tuo padre rischia di diventare tuo nipote, e molti illustri giardinieri contestano una via unicamente cellulare, e pensano che un approccio misto . tra quello cellulare e quello morfologico ( delle forme, la base della botanica fino alla rivoluzione cellulare) In effetti un esperta di cactus mi mostrò due piante assai diverse che secondo la genetica sono la stessa e che sono visibilmente diverse. Ma dall’ altro lato basta vedere l’estrema variabilitá delle forme di Bucaneve in un solo prato, per dare alla genetica fiducia. É senza ombra di dubbio una rivoluzione dura da digerire sopratutto per l’uso di nomi Come Symphyotrichum che per giá per una persona normale é un dramma, un dislessico deve prendersi un ansiolitico quando Aster era cosi poetico come del resto anche Ipheion e tanti altri...Dicentra in Lamprocapnos e via. Ce ne faremo una ragione. ho copiato da Wikipedia chi sono questi rivoluzionari. Per guardare su Wikipedia il nome attuale basta guardare APT 3 che trovate nelle schede su Wikipedia, cosí non dovete leggere trattati di botanica . Questi nomi del APT 3 sono quelli validi come nel caso di Salvia rosmarinus Schleid. Schleid stá per Schleiden colui che gli diede il nome, gli altri sono sinonimi accettati ma non validi per denominare la pianta( certe piante hanno una lista di sinonimi tanto da rendere la ruba titoli nobiliari la Duchessa d’Alba una principiante. Per coloro più avventurosi c é The Plant List su internet che é sempre aggiornato( www.theplantlist.org) Oppure the catalogue of Life www.thecatalogueoflife.org. Ho copiato ( eddai, di nuovo ) senza vergogna su Wikipedia cosa é la APT, e lo dico senza vergogna perché tante su Facebook cercano di fare dei riassunti botanici senza sapere di cosa stanno parlando, creando dei veri orrori e dando informazioni false. La cosa assurda é che nei tre quarti dei casi sono donne a farle. Forse perché gli uomini sono così mononeuronali che dicono di sapere quando non é vero, mentre le donne che sono molto più evolute cercano di colmare le loro lacune ( cosa che molti uomini non fanno). Però non avendo le basi, fanno più danno che altro... e poi cosa si fà per avere dieci minuti di celebrità su Facebook. Il riconoscere le fonti é cosa desueta e bisogna far finta di sapere.a Santa Wikipedia vergine e santa dice : “ L'Angiosperm Phylogeny Group è un gruppo di botanici sistematici che operano per stabilire una visione consensuale sulla tassonomia delle piante con fiori (angiosperme), avvalendosi dei recenti progressi della sistematica molecolare. Le piante con fiori, ora tecnicamente chiamate Magnoliophyta (Angiosperme), sono uno dei gruppi di organismi la cui classificazione è stata più radicalmente influenzata da quando è stato possibile analizzare su base molecolare i rapporti tra le diverse specie. Il sistema Cronquist, influente schematizzazione pubblicata nel 1981 da Arthur Cronquist, stava già per essere superata negli anni 1990 da schemi migliorati prodotti da W. S. Judd e altri. Anche questi ultimi si basavano su analisi della morfologia delle piante, su vari aspetti della struttura visibile delle piante. L'analisi diretta del contenuto molecolare del materiale genetico ha reso possibile un approccio molto più vicino all'obiettivo cladistico di far riflettere la discendenza genetica nella classificazione. I dati molecolari che sono stati resi disponibili, a partire circa dal 1990, hanno chiarito la visione di alcuni rapporti e modificato radicalmente altri. Questo balzo nella conoscenza ha indotto numerose proposte di cambiamento nelle classificazioni, e queste pongono problemi ai sistematisti ed agli utenti di queste classificazioni (ad esempio gli enciclopedisti). Riunendo ricercatori dalle maggiori istituzioni di tutto il mondo e pubblicando in concomitanza, l’Angiosperm Phylogeny Group si è posto come un punto di riferimento abbastanza affidabile, mettendo in chiaro dove la conoscenza è limitata o ancora in fermento, da permettere una classificazione stabile. La prima pubblicazione APG risale al 1998, mentre nel 2003 viene pubblicata una revisione conosciuta come APG II 2003 o più semplicemente APG II. Le innovazioni principali sono: collocare un numero sostanziale di termini tassonomici la cui classificazione era stata lasciata indeterminata nella versione originale; offrire classificazioni alternative per alcuni gruppi nei quali per esempio un certo numero di famiglie possono essere considerate separate o possono essere riunite in una unica famiglia più grande. Questi gruppi nell'APG II sono detti bracketed, ossia posti tra parentesi quadre. Questi gruppi posti tra parentesi quadre sono stati introdotti per facilitare la transizione dalle classificazioni precedenti su base morfologica, ai nuovi sistemi basati sulle analisi molecolari, dato che il processo tende a produrre un numero di raggruppamenti tassonomici alquanto piccoli, ad esempio famiglie con un unico genere, che sono scomode per gli utenti finali. Come fanno notare gli autori di APG: "In genere accettiamo le opinioni degli specialisti... ma ci rendiamo conto che gli specialisti favoriscono quasi sempre la suddivisione dei gruppi...". Ricercatori indipendenti, tra i quali alcuni membri stessi dell'APG, continuano a pubblicare le loro opinioni autonome sulla classificazione delle angiosperme e in nessun caso una classificazione può dirsi definitiva; rappresenta una opinione consensuale (spesso di compromesso) in un determinato punto nel tempo, basata sullo stato della ricerca contemporanea, e appaiono di continuo nuovi risultati. Ciononostante le pubblicazioni APG sono considerate sempre più come un autorevole punto di riferimento e molti botanici (inclusi alcuni contributori di Wikipedia) fanno affidamento ad essi come una risorsa di documentazione tassonomica facilmente comprensibile e accessibile. Nel 2009 l'Angiosperm Phylogeny Group ha pubblicato la Classificazione APG III (Angiosperm Phylogeny Group III), cioè la terza versione di classificazione scientifica delle piante angiosperme, che comprende tutti i 45 ordini del precedente sistema APG II con l'aggiunta di 14 nuovi ordini. Nell'ottobre 2009, la Linnean Society propose una classificazione filogenetica di tutte le piante terrestri compatibile con la classificazione APG III per il fatto che, frequentemente, botanici e algologi non concordavano con l'assegnazione dei singoli gruppi alle categorie tassonomiche . Lingua L'Angiosperm Phylogeny Group è un gruppo di botanici sistematici che operano per stabilire una visione consensuale sulla tassonomia delle piante con fiori (angiosperme), avvalendosi dei recenti progressi della sistematica molecolare. Le piante con fiori, ora tecnicamente chiamate Magnoliophyta (Angiosperme), sono uno dei gruppi di organismi la cui classificazione è stata più radicalmente influenzata da quando è stato possibile analizzare su base molecolare i rapporti tra le diverse specie. Il sistema Cronquist, influente schematizzazione pubblicata nel 1981 da Arthur Cronquist, stava già per essere superata negli anni 1990 da schemi migliorati prodotti da W. S. Judd e altri. Anche questi ultimi si basavano su analisi della morfologia delle piante, su vari aspetti della struttura visibile delle piante. L'analisi diretta del contenuto molecolare del materiale genetico ha reso possibile un approccio molto più vicino all'obiettivo cladistico di far riflettere la discendenza genetica nella classificazione. I dati molecolari che sono stati resi disponibili, a partire circa dal 1990, hanno chiarito la visione di alcuni rapporti e modificato radicalmente altri. Questo balzo nella conoscenza ha indotto numerose proposte di cambiamento nelle classificazioni, e queste pongono problemi ai sistematisti ed agli utenti di queste classificazioni (ad esempio gli enciclopedisti). Riunendo ricercatori dalle maggiori istituzioni di tutto il mondo e pubblicando in concomitanza, l’Angiosperm Phylogeny Group si è posto come un punto di riferimento abbastanza affidabile, mettendo in chiaro dove la conoscenza è limitata o ancora in fermento, da permettere una classificazione stabile. La prima pubblicazione APG risale al 1998, mentre nel 2003 viene pubblicata una revisione conosciuta come APG II 2003 o più semplicemente APG II. Le innovazioni principali sono: collocare un numero sostanziale di termini tassonomici la cui classificazione era stata lasciata indeterminata nella versione originale; offrire classificazioni alternative per alcuni gruppi nei quali per esempio un certo numero di famiglie possono essere considerate separate o possono essere riunite in una unica famiglia più grande. Questi gruppi nell'APG II sono detti bracketed, ossia posti tra parentesi quadre. Questi gruppi posti tra parentesi quadre sono stati introdotti per facilitare la transizione dalle classificazioni precedenti su base morfologica, ai nuovi sistemi basati sulle analisi molecolari, dato che il processo tende a produrre un numero di raggruppamenti tassonomici alquanto piccoli, ad esempio famiglie con un unico genere, che sono scomode per gli utenti finali. Come fanno notare gli autori di APG: "In genere accettiamo le opinioni degli specialisti... ma ci rendiamo conto che gli specialisti favoriscono quasi sempre la suddivisione dei gruppi...". Ricercatori indipendenti, tra i quali alcuni membri stessi dell'APG, continuano a pubblicare le loro opinioni autonome sulla classificazione delle angiosperme e in nessun caso una classificazione può dirsi definitiva; rappresenta una opinione consensuale (spesso di compromesso) in un determinato punto nel tempo, basata sullo stato della ricerca contemporanea, e appaiono di continuo nuovi risultati. Ciononostante le pubblicazioni APG sono considerate sempre più come un autorevole punto di riferimento e molti botanici (inclusi alcuni contributori di Wikipedia) fanno affidamento ad essi come una risorsa di documentazione tassonomica facilmente comprensibile e accessibile. Nel 2009 l'Angiosperm Phylogeny Group ha pubblicato la Classificazione APG III (Angiosperm Phylogeny Group III), cioè la terza versione di classificazione scientifica delle piante angiosperme, che comprende tutti i 45 ordini del precedente sistema APG II con l'aggiunta di 14 nuovi ordini. Nell'ottobre 2009, la Linnean Society propose una classificazione filogenetica di tutte le piante terrestri compatibile con la classificazione APG III per il fatto che, frequentemente, botanici e algologi non concordavano con l'assegnazione dei singoli gruppi alle categorie tassonomiche.”( Wikipedia )

martedì 12 novembre 2019

La morte ti fá Bella: Gladiolo dei morti

Niente crisantemi per i morti, ma Gladioli. L italia é l’ unico posto dove i crisantemi sono associati ai morti, e non entrerò in tutte le varie tiritere sul simbolismo dei crisantemi, come fiore imperiale e blabla I crisantemi oltre a essere dei bellissimi fiori recisi, sono dei magnifici esemplari per ravvivare il giardino scarno di fiori a novembre. Per maggiori informazioni inscrivetevi al movimento pro crisantemi nei nostri giardini su Facebook, del grande Nicola Casale, e di Tiziano Terzoli, che con la sua estrema conoscenza botanica e tenica rende questo gruppo unico. Vi parlerò di una curiositá tipica del sultanato del Friulanistan:) dove vivo: il Gladiolo dei Morti. Ci sono delle enclave venete, dove si trova questa meraviglia, ma non sono cosi frequenti come in Friuli, dove é assai frequente e si trova anche in un giardinetto di una casa popolare vicino a casa Mia qui a Udinebad ( Udine ) Il Friuli,é un pó come il sud italia, si trovano delle strane geofite (bulbose)comuni o naturlizzate. Al sud si trovano naturalizzati degli Amaryllis Belladonna e le Freesie che sono d’origine sudafricana. In Friuli il rosaio ’Wang Wei’, ’rosa di ogni mese( questa rosa era presente durante il rinascimento ( é riconoscibile nel mito del trionfo di Venere del Bronzino)’ o anche detto Old Blush si trova abbastanza come del resto anche al sud d’ italia. Qui in Friuli c é stato il caso della ’Rosa Moceniga’ che secondo il romanzo secondo me un pò tirato per i capelli, si parla di un dono della moglie di Napoleone. Napoleone é passato per Villa Manin dove c é ancora la stanza dedicata a Napoleone. Questa Villa dove si tiene una famosa mostra di piante, creata da Claudia Pavoni e ora curata da Lili Soldatich. Questa villa apparatenne alla famiglia Manin, che ebbe un doge,che divenne noto, per essere l’ultimo, dal occupazione di Napoleone. I Manin sono una famiglia Friulana, che arrivò dalla Toscana nel trecento. 
A Villa Manin c é nel parco in triste degrado, nel prato, delle grandi masse di Narcisi, un pò piantare a caso, ma si trovano distanti dai Narcisi commerciali piantati negli anni recenti dei Narcissus x incomparabilis, un ibrido tra il Narcissus Poeticus e il Pseudonarcissus. Sul portale Acta Plantarum,lo pseudonarcissus. 
L é un alloctona casuale nella maggior parte d’Italia, in certe regional é un alloctona naturalizzata, mentre negli Appennini é presente come cryptogenica, cioé non si sanno le origini. Questa naturlizazione di questa specie alloctona( straniera) svenne probabilmente nei tempi dei Romani, come del resto con il N.papyraceus é la Tulipa radii in Sud Italia. 
Tutta questa manfrina, senza un apparente nesso logico per cercare di spiegare perché ci sono delle piante alloctone in certe zone da tempi antidiluviani. 
 In italia é presente la subspecie ovallaris, L’ unica presente in Italia, mentre in Spagna ci sono almeno 5 subspecie( in Francia é presente la splendida subspecie ‘Moschatus’, lo speudo é stato naturalizzato anche in Uk. La forma ‘ Pisanus’ é frequente nei monti Lucchesi, in Toscana é abbastanza frequente, terra di frequenti naturalizzazioni come L’ Iris Pallida( Balcanico) e il Cipresso ( Turchia, Iran ). La famiglia Manin venne nel trecento il Friuli, e visto che le collezioni botaniche Toscane erano invidiabili, mi domando se non abbiano portato la passione della botanica oltre che delle essenze come il narciso ibrido x incomparabilis, presente appunto a Villa Manin, oltre che a questo Gladiolo che fiorisce naturalmente a novembre. Durante i furti Napoleonici. “Le spoliazioni vennero costantemente perpetrate nell'arco di venti anni, dal 1797 fino al 1815 (fine del periodo napoleonico), e compresero non solo arti pittoriche o scultoree, ma anche beni archeologici, archivistici e librari, collezioni glittiche, numismatiche, naturali, mineralogiche e botaniche. 
 si verificarono anche atti di distruzione di opere, specialmente provenienti da chiese, monasteri e demani pubblici che venivano fuse in cerca di oro e argento. Secondo lo storico Paul Wescher, le spoliazioni napoleoniche rappresentarono "il più grande spostamento di opere d'arte della storia", che provocò anche diversi danni in quanto "è difficile stabilire con esattezza quante opere d'arte di valore unico andarono distrutte o disperse in quei giorni".Secondo l'articolo pubblicato sull'American Historical Review dalla storica dell'arte Dorothy Mackay Quynn e dal titolo "The Art Confiscations of the Napoleonic Wars", l'Italia si trovò davanti a restituizioni complesse, essendo esse state legalizzate attraverso trattati, mentre le cessioni di Belgio e Paesi Bassi vennero effettuati a titolo di bottino o preda. Secondo il catalogo del Canova, dei 506 dipinti portati in Francia, 248 rimasero in Francia, 249 tornarono in Italia, 9 vennero indicati come non rintracciabili, raro caso in Europa di opere catalogate e non restituite” ( Wikipedia). Quindi continuando con questi voli pindarici, La Rosa Moceniga é molto più probabile che sia un semenzale della rosa di ogni mese che era presente in Toscana e Venezia prima della cosiddetta introduzione in Svezia, ma tutto il bagaglio botanico come del resto quello artistico fù depredato da Napoleone, e più che un dono della Joséphine sarà sicuramente un rientro in patria di una rosa preesistente. Sono incapace di focalizzarmi.ok. Il Gladiolo misterioso,che é rimasto conservato dai contadini, visto che i nobili sono stati spogliati degli averi, perché si riproduce che é una meraviglia e fiorisce giusto per la festività dei morti, quindi utile. I gladioli sono sudafricani,E questo Gladiolo dei morti é un ibrido sconosciuto del G. Dalenii. Non la specie nei nostri climi fiorirebbe ancora più tardi, e quindi vittima, senza scampo del gelo. Angelo Porcelli, la divinità delle geofite, sospetta sia un vecchio ibrido olandese, di cui si sono perse le tracce. I medici avevano dei forti rapporti con le Fiandre, e questo potrebbe essere una delle ragioni dell’ introduzione in Friuli e non in Veneto di questo gladiolo, estremamente forte, di facile propagazione e resistente alla siccità estiva. Gli esemplari sono virusati( sono presenti delle parti più chiare come se ci fosse caduta la candeggina), che non crea problemi di vigore( Angelo Porcelli é riuscito grazie a dei bulbi di Matteo ad averli senza virus ) Le collezioni botaniche fiorentine erano immense : ‘Membri di importanti famiglie fiorentine come i Portinari, i Baroncelli, i Pagagnotti, i Tani, accreditati a Bruges come rappresentanti di imprese commerciali e bancarie quali il Banco dei Medici, agirono, nel campo artistico, come elementi di congiunzione tra il mercato locale e la richiesta dall’Italia, facendosi intermediari o acquirenti di opere destinate a dar lustro alle chiese, ai palazzi, alle ville fiorentine, o alle loro proprie abitazioni e cappelle a Firenze e al Nord. Anche presso gli artisti, le innovazioni della pittura neerlandese suscitarono un interesse straordinario. La presenza a Firenze di capolavori di Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Hans Memling, nonché di vari altri maestri degli antichi Paesi Bassi, e in particolare l’opera più celebre e più monumentale, il Trittico Portinari di Hugo van der Goes arrivato nella chiesa di Sant’Egidio nel 1483, ebbe un impatto vigoroso e profondo nell’ambiente artistico locale. 
 Dal Beato Angelico e da Filippo Lippi a Botticelli, Leonardo, Perugino e Ghirlandaio, da Lorenzo di Credi a Fra’ Bartolomeo, fino a Raffaello, Andrea del Sarto e Pontormo, la magica poesia della luce e dell’osservazione analitica dei paesaggi, degli interni e delle cose che conferiscono consistenza tattile ed emotiva ai personaggi e agli ambienti, entra con le più varie sfumature a far parte integrante del linguaggio figurativo del rinascimento fiorentino.’ ( Firenze e gli antichi Paesi Bassi, Sillaba editrice). Arte, mecenatismo e botanica erano tutto uno Dopo la distruzione e i furti Napoleonici di cui non si riesce a capire lo sciacallaggio e L’ ampiezza di queste scorribande,come successe nella Venezia dove Manin era appunto L’ ultimo Doge di Venezia. profetico fú Pietro Gradenigo: «I ga fato dose un furlan, la Republica xe morta”I Manin ottenero i titoli nobiliari, non per merito, ma per avere sborsato ingenti quantitá di denaro. Fú a Venezia dove i ladrocini Napoleonici furono particolarmente ingenti: “ Vennero fuse le opere in oro e argento accumulate nel corso di secoli presso la Zecca di Venezia e spedite.Gli ordini religiosi vennero abrogati e furono abbattute 70 chiese. Circa 30.000 opere d'arte sparirono o furono vendute
. Il Bucintoro, la nave ducale, fatta a pezzi assieme a tutte le sculture, che furono arse nell'isola di San Giorgio Maggiore per fondere la foglia d'oro che le ricopriva. L'Arsenale di Venezia venne smantellato, i cannoni, le armature più belle e le armi da fuoco vennero spedite in Francia, altri vennero fusi. Si fusero oltre 5.000 cannoni facenti parte dell'armeria - museo, nonché le armi antiche, i cannoni e le pietraie in ferro e in rame che erano il vanto dell'Arsenale e frutto delle conquiste e delle vittorie della Repubblica vennero spedite nei musei francesi.”(Wikipedia). Per concludere : Manin famiglia Toscana che portò probabilmente il Narcissus x incomparabilis frutto del incrocio con il pseudonarcissus( particolarmente presente in Toscana di questo narciso alloctono ma da secoli della sottospecie ovallaris mentre in Spagna dove é originario ci sono almeno altre cinque sottospecie)probabilmente portato in Friuli dalla Toscana, una rosa cinese che era già presente in italia durante il rinascimento, ma con scarsa documentazione a causa delle orde barbariche Napoleoniche, e un gladiolo arrivato in Friuli probabilmente tramite i famosi cimeli botanici fiorentini Cresits: Matteo La Civita( immagini del suo giardino), Angelo Porcelli e Lucilla Zanazzi English text Here in Friuli it has been growing for a very long time a Gladiolus which flowers around the end of October and it has been used as a cut flower to bring it to the cemeteries the second of November. It is rather hardy, since Friuli Venezia Giulia has a sort of continental weather with cold winters around minus ten and much more colder in hilly/ mountain spots. It is rather quick to establish, withstands drought, and multiplies quickly. When moved it always leaves some bulbils, so a colony can be restored rather hastily. The flowers are burgundy, splashed orange, due to a virus. The great bulb expert Angelo Porcelli has selected a virus free form. The virus has no consequence whatsoever on the growth, nor the flowering. The stalks are erect, it needs support, it looks like a common gladioli, but it blooms in autumn and it is cold hardy. It is a dalenii hybrid mixed with a common gladioli, selected in Holland, centuries ago. The true dalenii flowers even later, so it is always a victim of frosts, and the shape is different. How is that possible it arrived in Friuli, a gorgeous and somewhat ignored region by the mass tourist trade? Friuli is a very rich region with gorgeous sceneries ranging from mountains, hills, seaside and historical monuments and it is full of secrets, which only the refined tourist is in the known. Friuli has a beautiful Venitian villa ( Friuli borders with Veneto region) which is famous for its art shows and a plant fair. The park is in ruins but clumps of a hybrid between narcissus pseudonarcissus ( which has been naturalised here by the Romans in Italy )and poeticus called N. X incomparabilis which is very old . Pseudonarcissus is more frequent is Tuscany and the Manin family came during the 14 th century from Tuscany. Tuscany was in its heyday, a cradle of botanist, and huge botanical collections which has been pilfered by Napoleon. Tuscany and the Flanders had very tight commercial and cultural exchanges, and this explains the fact that mysterious plants can be found in such a remote region Another example of strange plants which should not be there is the case of Wang wei Rose ( old blush China ) In Tuscany and in Venice for example, the Chinese rose Wang wei,( arbitrary called ‘Old Blush’ was called monthly rose centuries before it arrived in Sweden for the first time. The two republics had strong ties with China.in venitian villas it is common to find old plants, and there was a litterary case of the ‘ rosa Moceniga which was supposedly sent by Joséphine de Beauharnais, but it is a seedling from older plants of Wang wei ( old blush ) which were very common in venitian villas. The rose is depicted in the myth of the triumph of Venus by Bronzino. And another painting found by Great roarian Donald Leevers Manin was the last Doge of the Venitian republic, which had to surrender to Napoleon. The devastation lead by Napoleon was impressive: 70 churches were demolished, all the gold was melted and the destruction was incredible worst than the Acqua Alta which yesterday arrived to 187 cm. Botanical collections were highly prized by Napoleon. In Friuli, those treasures are still there ready to be discovered

venerdì 20 settembre 2019

Blue roses, courvoisier, orangina and modified roses

Il giappone é il Paese dei contrasti: amore sfrenato della natura, caccia alla balena,ai rifiuti tossici buttati in mare . Paese di estrema cortesia, profonda crudeltá, estrema modernitá e amore delle tradizioni. In questo contesto di maniacale follia nacque la rosa ’Applause’. L’epica rosa blu, la chimera che nel 2008 fece la sua apparizione nel mercato. La rosa bon ha il gene blu, che i Giapponesi estrapolarono dal delphinium. Il primo sucesso, l’ ebbero von le petunie e i garofani, ma le rose erano ostiche e non ne volevano sapere. Dopo snni di ricerca riuscirono in questa impresa. Io sapevo che era una ditta australiana a seguire quest impresa Titanica, ma appartiene appunto alla Suntori, che tra l altro é un leader mondiale nel campo degli alcolici( Courvoisier e whisky, Kirin) e bevande gassate ( orangina, ribena )ed si occupano della deputarazione delle acque. In questo contesto pazzo nasce questa rosa geneticamente modificata. Non si può nesnche incrociare la rosa applause perché se si rinscontrasse che una rosa possiede il suo gene si rischiano multe Da capogiro. Per maggiori info leggere testo in inglese Qui sotto. Blue roses, blue chrysanthemums, and blue carnations: exist. They are genetically modified, and it is an incredible work from the Suntory groupuntory Beverage & Food Limited (サントリーホールディングス株式会社 Santorī Hōrudingusu Kabushiki-Gaisha) is a Japanese brewing and distilling company group. Established in 1899, it is one of the oldest companies in the distribution of alcoholic beverages in Japan, and makes Japanese whisky. Its business has expanded to other fields, and the company now also makes soft drinks and operates sandwich chains. With its 2014 acquisition of Beam, Inc., it has diversified internationally and become one of the largest makers of distilled beverages in the world. Suntory is headquartered in Dojimahama 2-chome, Kita-ku, Osaka, Osaka Prefecture. Suntory is a leader in the Beverage field and owns: Orangina, Courvoisier, Lucozade and Ribena and several whisky brands. .”Nobody could produce blue roses by hybridization breeding no matter how much they were desired. However, "the impossible" has become possible due to cutting-edge biotechnologies and the continuous efforts of scientists dedicated to producing blue roses. Senior General Manager, Yoshikazu Tanaka, Ph.D., who has participated in the blue rose project since the initiation of the project, Principal Researcher Yukihisa Katsumoto, Ph.D., who still engages in the study as the project leader, and Researcher Noriko Nakamura, Ph.D. talked about their passion and aspirations that led to the success of the development of blue roses. 1990 The Blue Rose Project started Project members then: Australia (1990) Producing blue roses---The challenge to the impossible started in 1990. Suntory decided to tackle this dreamful project in collaboration with an Australian venture company Florigene Ltd. (named Calgene Pacific Pty Ltd. then; hereinafter referred to as Florigene). Thanks to the rapid advancement of plant biotechnologies in the 1980s, it was expected that blue roses could be developed with these technologies. Thus, there were many research teams engaged in similar projects to produce blue roses in the world, and the competition had already started under cover. Researchers at Suntory: Japan (back in those days) There were two technical barriers that had to be solved to produce blue roses. One was to "isolate genes (blue genes) necessary to synthesize a blue pigment (delphinidin) from among tens of thousands of genes contained in blue flowers." The other was to "develop the methods to introduce these genes to cells of roses and produce genetically modified roses from these cells." It was especially necessary to solve the first issue of isolation of blue genes earlier than the rivals and apply for the patent of the gene because such genes were patentable. The challenge to produce "blue roses," which signify the impossible, started. −-Senior General Manager Yoshikazu Tanaka Ph.D. Researcher's aspiration Blue genes were isolated from petunias, and the patent of the gene was filed There are many plants that produce blue flowers in nature, but our research team first chose a petunia exhibiting a dark violet color in order to isolate blue genes. This was because the petunia had already served as a model plant for the research of flower pigments (such as anthocyanin) and their biosynthesis and the following knowledge had already accumulated: Petunia from which blue genes were isolated - Blue genes are cytochrome P450 type hydroxylase (enzymes involved in detoxification in the liver) genes. - These genes work in petals but not in leaves. - Red petunias that do not produce blue pigments do not have blue genes. - Blue genes work most actively when petals are opening. - Gene loci on the chromosomes were known. We selected about 300 kinds of candidate genes from about 30,000 kinds of genes in petunias in order to identify the two blue genes of petunias. Our first plan was to introduce the candidate genes into petunias and observe flower color changes to determine whether they were actually blue genes. However, this method required several months until flowers bloomed to see color change. Therefore, to reduce the time required to obtain results, we decided to introduce the candidate genes of blue genes to yeast instead of plants and test their enzymatic activities in yeast. Thanks to this method, we obtained results in one week and were able to test the activities of many genes. Finally, we succeeded in isolating blue genes on June 13, 1991. A page of a laboratory notebook filled on June 13, 1991 Suntory and Florigene immediately applied for the patent of the blue genes. Because we applied for the patent earlier than any other competitors and monopolized the intellectual property right, we were able to engage in this research eliminating any competitors. We were also lucky to be granted with broad claims because our applications were the first ones for patents of genes with this kind of activity. Actually, introduction of these genes into petunias and tobacco resulted in the increase of blue pigments "delphinidin." Our paper describing these results was published in "Nature," the most prestigious scientific journal in the world. The time when we discovered blue genes was the happiest moment of my research life. −-Senior General Manager Yoshikazu Tanaka Ph.D. Researcher's aspiration 1994 Roses into which petunia blue genes were introduced flowered, but they showed no hint of blue There are several methods to introduce genes into plants. In the blue rose project, we adopted a method of introducing them with using a soil bacterium called "Agrobacterium." Because this bacterium has the ability to carry its own genes into plant cells, it is used in the gene transfer of many plants. To select only cells that have received the genes after transfer and regenerate them into the plant body of roses, it is necessary to optimize plant hormones as well as kinds and concentrations of nutrients. The work to perform this procedure in sterilized conditions, using a plant in a test tube, is called "tissue culture." Repeated tissue culture, learning through trial and error (back in those days) In the case of roses, it takes about one year from the introduction of genes to the blooming. How effectively the introduced genes function differs from one genetically modified rose to another, so we have to produce as many genetically modified roses as possible. Efficiency of gene introduction also differs substantially by rose variety. Therefore, we continued tissue culturing, learning through trial and error Finally, we were able to introduce genes to red roses. For the first time in 1994, roses to which two kinds of blue genes of petunia opened. However, the color of the flowers was still red and no blue pigment was detected although the genes were introduced without a doubt. Color changes or delphinidin were not observed even after many promoters (DNA sequence regulation gene expression) were used to drive petunia blue genes. Thus, we decided to introduce blue genes other than from petunias to roses. We isolated blue genes from various plants with blue flowers, such as gentian, butterfly pea, and torenia, and introduced them into roses. However, no matter how many times we conducted experiments, only "roses with blue genes but without blue pigments" bloomed. We even suspected that roses might decompose blue pigments.... −-Senior General Manager Yoshikazu Tanaka Ph.D. Researcher's aspiration We had many failures, but each of them taught us a useful lesson for the future −−Principal Researcher Yukihisa Katsumoto Ph.D. Researcher's aspiration 1995 Succeeded in producing blue carnation Moonseries We could not harvest the fruits of our efforts, and hard times continued for the members involved in this project. What encouraged the researchers was the success of the development of genetically modified blue carnations. Blue genes of petunia did not work well in roses, but they worked as expected in carnations. The blue pigments "delphinidin" accumulated, and the color of flowers changed to blue. These flowers, named "Moonseries," were put on sale in Japan in 1997, and the number of varieties has increased since then. These elegant and beautiful flowers, which signify "eternal happiness" in the language of flowers, have gained popularity. Carnation production site (Ecuador) Moonseries are the first genetically modified flowers in the world that were commercialized. Currently, these blue carnations are produced in Columbia and Ecuador, and are sold primarily in the USA, but in Europe and some countries as well. In Japan, six varieties with different dark and light color combinations are sold. Presently, not only blue genes of petunias but also those of pansies are used for some varieties. "Blue carnations" were born using an additional gene to blue genes −-Senior General Manager Yoshikazu Tanaka Ph.D. Researcher's aspiration 1996 Blue pigments finally accumulated in roses, too; flower color changed Around that time, in addition to carnations, blue pigments started to be produced at last in roses by introducing blue genes isolated from a pansy. Clear color changes of roses were also finally observed. However, because we introduced these genes only into a red rose variety, these roses were far from something that could be called "blue rose," and their color was darkish red. Nevertheless, the production of blue pigments showed us a path to the birth of blue roses. Even after blue pigments are produced, how blue the flower become depends greatly on the original characteristics of the roses to which genes are introduced. For example, if the pH is low (acidic) in the cell vacuoles in which blue pigments are accumulated, the color becomes red, and if it is neutral, the color becomes blue. The color also depends largely on whether components that can or cannot enhance blue exist in the vacuoles. In other words, the existence of blue pigments does not necessarily turn the flower color into blue.”(taken from the Suntory groupie website) We therefore chose, from among several hundred varieties, about 40 rose varieties which would be likely to result in the accumulation of a high percentage of blue pigments and a more bluish color, including those that were not commercialized, and continued experiments to introduce the blue genes in order to produce roses that really would look blue. At the same time, we continued our research to improve methods of tissue culture so that genes could be introduced into various rose varieties. Pathway to synthesize rose flower pigments We were excited about the prospect of blue roses coming! −-Senior General Manager Yoshikazu Tanaka Ph.D. Researcher's aspiration Our research was worthwhile though we had to cope with pressure −−Principal Researcher Yukihisa Katsumoto Ph.D. Researcher's aspiration 1998-2002 The percentage of blue pigments increased to 100%; blue roses were finally born To introduce genes into rose cells, we first need to induce undifferentiated cells (called "callus") whose functions or morphology has not been determined yet. In other words, blue genes are introduced into calluses for which no determination has been made as to whether they may become a part of a leaf or a stalk. We regenerate these cells to produce flowers. It takes as long as one year to produce calluses, so this experiment takes time and requires extreme patience. The researchers patiently devoted themselves to continue the work of introducing the blue genes of pansies into calluses. This was a method originally developed by Suntory. This technique forms the basis of the development of blue roses because it enables the introduction of genes into many rose varieties. Around 1998-1999, slightly bluish roses started to bloom. We further continued gene transfer, and due to that effort, roses which accumulated almost 100% of the total blue pigments bloomed. In 2002, we selected transgenic lines of pure blue from them. Finally, the first blue roses in the world were born. Further, we succeeded in propagating these roses by grafting, and confirmed that roses of the same color were produced stably and grown normally. Pursued blueness by trying various varieties −-Senior General Manager Yoshikazu Tanaka Ph.D. Researcher's aspiration Developmental process of blue roses 2004 Finally the success of the development was announced In June 2004, we publicly announced the first success of the development of blue roses in the world, and showed them publicly in the press conference room. We received huge responses. The success was reported on the front pages of various newspapers, and covered by mass media overseas. The general consumer was also greatly interested, and warm responses were received from many people, including elementary school students and the elderly. The stories of the development of blue roses are included in scientific textbooks, exhibited at the National Museum of Nature and Science, and used in many teaching materials. We published some papers on the scientific aspects of the development, and received the PCP Award of the Japanese Society of Plant Physiologists in 2009. However, we had to overcome another and possibly the highest hurdle before delivering blue roses to consumers. Because the blue roses developed by Suntory are genetically modified organisms, it was necessary to obtain legal permits from the Ministry of Agriculture, Forestry and Fisheries and the Ministry of Environment based on Act on the Conservation and Sustainable Use of Biological Diversity through Regulations on the Use of Living Modified Organisms (so-called Cartagena Protocol) in order to grow them commercially and sell them in Japan. blue roses For that purpose we had to conduct various experiments to prove that the production and sales of the developed roses in Japan would not affect Japanese biological diversity. For example, we spent as long as four years to conduct hybridization experiments including cross-pollinating the blue roses with wild rose species in order to prove that there was no risk of dispersal of the introduced genes among wild roses. We obtained the permits on January 31, 2008. The news on the birth of blue roses made headlines around the world −-Senior General Manager Yoshikazu Tanaka Ph.D. Researcher's aspiration We traveled to the wilderness in Hokkaido to obtain permits --Researcher Noriko Nakamura Ph.D. Researcher's aspiration

mercoledì 31 luglio 2019

Giardino pigro e giardino all inglese

Sono in blocco creativo e questo viaggio é stato così bello, che non riesco ad esprimerlo. Conoscendomi passa il tempo e diventeranno le 2000 foto che scatto per questo blog e che dopo non riesco a pubblicare. Sono andato in Piemonte a fare da consulente di rose antiche. Li ho visto Edoardo Santoro e mi ha intercettato Giorgio Tiby. Siamo andati al bellisimo Palazzo Madama e sono stato soffocato da arte,giardino e sala belezza di Torino. E il giorno dopo sono andato dalla fantastica Daria de Tassis come si fá chiamare su Facebook, o Jude the Obscure su compagnia del giardinaggio. Hanno entrambi partecipato all grande libro Il giardino pigro, che secondo me é il libro del decennio: Non é un libro inglese, ma un libro dove giardinieri parlano dei loro trucchi concreti per risolvere i problemi di un paese dove fare giardinaggio é un problema serio e non come in nord Europa dove non conoscono l estate ma vivono in una primavera, dove piove e non é troppo caldo, all eccezione di questi ultimi anni. Ci sono tanti idioti snob tra cui una patetica che si trascinano nel esterofilia cretina. Per colpa di Pizzetti, che tradisse molti capolavori del giardinaggio inglese, c é la moda nelle persone provinciali, di vedere Uk come il paradiso terrestre delle piante. Cosa che é solo in parte. Oltre la storia colossale del mondo del giardinaggio, e dei giardini da capogiro L Inghilterra vive in una sorta di primavera/ autunno senza fine. Un clima senza carattere che permette a tanti di piantare piante a caso e vederle prosperare. Ho visto il mio ex coltivare per ben due anni, un Ficus elastica in piena terra non sapendo che era una pianta non per il suo clima, e di inglesi così ne ho visti tanti, ma tanti. La cultura del verde é molto diffusa perché i loro giardini sono come le nostre case, e ogni secondo di pallido sole va vissuto al esterno che é sempre tiepido, tra una pioggerellina e un altra. Il giardino é un fatto sociale é dove si socializza, perché la socializzazione si fá fuori casa in giardino o nei Pub. Entri in casa solo se sei intimo o in situazioni formali. Stó estremizzando ovviamente.Ma come noi stiamo attenti alla casa, loro al giardino e con quel clima crescono palme, piante australiane, himalayane neozelandesi che per noi sono impensabili o per troppo freddo, secco o caldo. Poi hanno un tentiamo, siamo inglesi e ce la facciamo, e molte volte con il loro ottimismo ci arrivano. Molti giardini famosi erano o sono mantenuti da flotte di giardiniere e il mondo del giardinaggio inglese si basa sui volontari... Vado spesso in Scandinavia e L anno scorso Copenhagen vedevo giardini botanici dove si annaffiavano alberi con annaffiatoi... non sono attrezzati. Ho visto molti amici Belgi che hanno sempre giardini fioriti a causa del clima, con problemi. Il clima sta cambiando e L Italia avrebbe molto da insegnare visto i salti mortali che come giardinieri, per fare sopravvivere le piante da sbalzi di freddo al caldo africano. ha fatto per secoli, ma si crogiola nel suo esterofilo e ignorante snobbismo e si ferma nella superficie dei paesi nordici che sono molto bravi a nascondersi dietro a convenzioni piacevoli. Amo particolarmente uk e passi nordici ma amare vuol dire avere senso critico . Ciao Il vero giardinaggio che ha inspirato la Dutch wave tanto di moda qui, e che viene perché é di moda in Uk, non é che un manieristico rimpasto della scuola tedesca , che questa si ha ancora molto da insegnarci come serietà di progettaZione e di uso delle piante. Il dry garden alla beth chatto é inutile con nostro clima, guardiamo a situazioni mediterranee come la Francia, California. Australia.In Piemonte ho visto giardini provati dal estate ma belli. Ne parlerò inseguito adesso carrellata di foto ( parte di palazzo madama curato da Edoardo e da un progetto che sta creando che parlerò in seguito )